Quanto produce una vite ad alberello?

0 visite

La resa produttiva dellalberello è significativamente inferiore rispetto agli impianti a spalliera. In Puglia, mentre gli alberelli producono circa 30-35 quintali per ettaro, la spalliera garantisce almeno 60 quintali, a parità di condizioni colturali.

Commenti 0 mi piace

L’alberello pugliese: fascino e produttività a confronto

L’alberello pugliese, icona del paesaggio viticolo regionale, rappresenta una tradizione secolare, un legame profondo tra la terra e le mani dell’uomo. Le sue forme contorte e scultoree, plasmate dal vento e dal sole, raccontano storie di resistenza e adattamento. Ma quanto produce realmente questa antica forma di allevamento rispetto ai più moderni impianti a spalliera?

La risposta, come spesso accade in agricoltura, non è univoca e dipende da molteplici fattori. Tuttavia, è innegabile che la resa produttiva dell’alberello sia significativamente inferiore a quella della spalliera. In Puglia, culla di questa particolare tecnica, la differenza è evidente: mentre un ettaro coltivato ad alberello produce in media tra i 30 e i 35 quintali di uva, la stessa superficie a spalliera può garantire almeno il doppio, raggiungendo e superando i 60 quintali, a parità di condizioni colturali.

Questa discrepanza produttiva è dovuta a diverse ragioni. L’alberello, per sua natura, sviluppa una chioma più contenuta e meno esposta alla luce solare rispetto alla spalliera. La minore intercettazione luminosa si traduce in una ridotta attività fotosintetica e, di conseguenza, in una minore produzione di zuccheri e, in ultima analisi, di uva. Inoltre, la gestione dell’alberello, dalla potatura alla vendemmia, risulta più complessa e laboriosa, spesso eseguita manualmente, con un conseguente aumento dei costi di produzione.

La spalliera, invece, grazie alla sua struttura ordinata e alla disposizione razionale dei tralci, favorisce una migliore esposizione solare, una maggiore efficienza fotosintetica e una più facile meccanizzazione delle operazioni colturali. Questo si traduce in una maggiore produttività, in una riduzione dei costi e in una maggiore uniformità del prodotto.

Tuttavia, la minore produttività dell’alberello non ne decreta l’obsolescenza. Anzi, negli ultimi anni si assiste ad una rinnovata attenzione verso questa antica forma di allevamento, soprattutto per la sua capacità di produrre uve di elevata qualità, ricche di aromi e di sostanze polifenoliche. L’alberello, infatti, grazie alla sua struttura e alla sua esposizione, favorisce una maggiore concentrazione degli aromi e dei sapori nell’uva, caratteristiche particolarmente apprezzate nella produzione di vini di pregio.

In conclusione, la scelta tra alberello e spalliera dipende dalle esigenze e dagli obiettivi del viticoltore. Se la priorità è la quantità, la spalliera rappresenta la soluzione più efficiente. Se invece si punta sulla qualità e sulla valorizzazione delle peculiarità del territorio, l’alberello, con il suo fascino antico e la sua capacità di produrre uve di pregio, rimane una scelta irrinunciabile. Un simbolo di resilienza, un patrimonio da preservare e valorizzare.