Perché si dice di Venere e di Marte non si sposa e non si parte?

0 visite
Il detto di Venere e Marte non si sposa né si parte riflette antiche credenze popolari che associano il martedì (Marte, azioni impulsive) e il venerdì (Venere, incertezza) a giornate sfavorevoli per iniziare nuove imprese, prevedendo possibili risultati negativi. Meglio dunque rimandare iniziative importanti.
Commenti 0 mi piace

Venere e Marte: un’unione astrologica infelice? Svelando il detto popolare.

Il detto popolare “Venere e Marte non si sposa né si parte” risuona ancora oggi, un’eco di antiche credenze che intrecciano astrologia, superstizione e pragmatismo contadino. Ma cosa si cela dietro questa apparentemente semplice affermazione? Non si tratta semplicemente di una frase fatta, ma di una sapiente sintesi di osservazioni empiriche e di una visione del mondo permeata di simbolismi celesti.

L’affermazione lega due pianeti, e di conseguenza due giorni della settimana, a un’idea di sfortuna o, meglio, di elevata probabilità di fallimento. Venerdì, dedicato a Venere, dea dell’amore, della bellezza e, più in generale, dell’incertezza e dell’irrequietezza emotiva, rappresenta, nell’immaginario popolare, un giorno di dubbi e di cambiamenti repentini. Marte, invece, signore del martedì, è il dio della guerra, dell’azione impulsiva e della competizione. La sua energia è forte, ma può essere altrettanto distruttiva se non incanalata correttamente.

L’unione di questi due influssi astrologici, secondo la tradizione, crea un cocktail esplosivo. La combinazione dell’incertezza venereana con l’impulsività marziale conduce a decisioni affrettate, prese sotto l’influenza di emozioni contrastanti, e quindi spesso errate. Iniziare un’impresa importante, come un matrimonio (unione sacra e impegnativa) o un viaggio (un’avventura incerta e potenzialmente pericolosa), sotto questa congiunzione astrale, significa esporsi a un rischio maggiore di fallimento.

Ma il detto va interpretato anche alla luce del contesto storico in cui è nato. In un’epoca in cui la pianificazione era più legata all’osservazione dei cicli naturali e degli influssi celesti che a una razionalità puramente scientifica, l’astrologia aveva un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Evitare di iniziare imprese importanti di martedì o di venerdì, o peggio ancora in una combinazione di entrambi, non era solo una superstizione, ma una strategia di gestione del rischio, un modo per evitare di compromettere un’iniziativa con una partenza avversa, magari frutto di una scelta affrettata o di un’imprevista difficoltà.

Oggi, pur riconoscendo la mancanza di fondamento scientifico nelle credenze astrologiche, il detto “Venere e Marte non si sposa né si parte” continua a risuonare. Non tanto per il timore di un destino avverso predetto dalle stelle, quanto per l’inconscio riconoscimento della saggezza popolare: la ponderazione, la pianificazione accurata e l’autocontrollo rimangono elementi fondamentali per il successo di qualsiasi impresa, a prescindere dal giorno della settimana. Il detto, dunque, si tramuta in un monito a non agire d’impulso, a evitare decisioni prese sotto l’influenza di emozioni forti e a ponderare attentamente le proprie scelte, prima di intraprendere un viaggio o un impegno importante.