Quando iniziano a mangiare con le mani?

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Intorno agli otto mesi, i bambini iniziano ad afferrare cibo e portarlo alla bocca, seppur goffamente. La presa sarà inizialmente imprecisa, ma è importante lasciarli esplorare la consistenza e il sapore del cibo autonomamente.

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Il magico mondo della pappa a mani nude: quando i piccoli esploratori scoprono il cibo

Intorno agli otto mesi, un evento di portata epocale irrompe nella vita di ogni bambino e dei suoi genitori: l’avvento della pappa, non più solo come brodo liscio e vellutato, ma come un’avventura tattile e sensoriale a 360 gradi. È il momento in cui le piccole manine, finora abili solo a stringere giocattoli e a esplorare il mondo tramite il tatto, si lanciano in una nuova, affascinante impresa: afferrare il cibo e portarlo alla bocca.

Si tratta di un’esperienza fondamentale per lo sviluppo psicomotorio del bambino, un vero e proprio bagno sensoriale che va ben oltre la semplice nutrizione. Non aspettatevi movimenti precisi ed eleganti: la presa sarà inizialmente goffa, impacciata, magari più simile a una palpatina che a una presa decisa. Potrebbe finire più cibo sul viso, sui capelli, sul pavimento che nella bocca. Eppure, proprio in questa apparente disorganizzazione risiede la bellezza del momento.

Lasciare che il bambino esplori la consistenza del cibo con le mani è cruciale per la sua crescita. La morbidezza di una patata cotta, la ruvidità di una carota lessa, la viscosità di un brodo di verdura: ogni consistenza diventa un’esperienza sensoriale unica che contribuisce a sviluppare la capacità di discriminazione tattile. Allo stesso tempo, il bambino inizia a comprendere il rapporto causa-effetto: afferra il cibo, lo porta alla bocca e ne percepisce il sapore. È un’esperienza di apprendimento completa, che coinvolge vista, tatto, gusto e persino olfatto.

Questa fase, apparentemente disordinata, è fondamentale per lo sviluppo di una sana relazione con il cibo. Offrire al bambino la possibilità di sperimentare autonomamente, di sporcarsi le mani e di “giocare” con il cibo, lo aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dei suoi bisogni. Non si tratta solo di nutrirsi, ma di imparare a conoscere se stessi e il mondo che li circonda, un piccolo tassello alla volta, una manciata di pappa alla volta.

Naturalmente, è importante selezionare con cura gli alimenti, scegliendo pezzi di dimensioni adeguate per evitare rischi di soffocamento e prediligendo cibi morbidi e facilmente masticabili. Ma il resto? Lasciamo che il piccolo esploratore si sporchi le mani, si diverta e, soprattutto, impari ad amare il cibo in tutte le sue forme e consistenze. Il disordine è il prezzo da pagare per un’esperienza di apprendimento così preziosa e unica. E, diciamoci la verità, chi non si ricorda con affetto le proprie prime esperienze culinarie, magari proprio quelle più… disordinate?