Quando il parrucchiere sbaglia il taglio?
Responsabilità del danno estetico causato da un taglio o tinta errati in un salone ricade sul titolare dellattività. Lazienda è tenuta a risarcire il cliente qualora il servizio non corrisponda alla richiesta esplicitamente concordata.
Quando le forbici sbagliano: responsabilità del parrucchiere nel danno estetico
Il momento del cambio look, spesso atteso con trepidazione, può trasformarsi in un’esperienza frustrante se il risultato finale non corrisponde alle aspettative. Ma quando un taglio di capelli o una tinta sbagliati vanno oltre una semplice delusione estetica, entrando nel campo del danno risarcibile? La responsabilità, in questi casi, ricade inesorabilmente sul titolare dell’attività di parrucchiere.
La legge, infatti, tutela il consumatore in caso di inadempimento contrattuale, ovvero quando il servizio reso non corrisponde a quanto pattuito. Non si tratta semplicemente di una questione di gusto soggettivo: se il cliente ha espresso chiaramente la propria richiesta – ad esempio, mostrando una foto, descrivendo dettagliatamente il taglio desiderato o indicando un colore specifico – e il parrucchiere si è allontanato in modo significativo da tale richiesta, il danno estetico è risarcibile.
È fondamentale, però, sottolineare la prova del contratto. Una testimonianza del cliente, pur importante, non è sufficiente. È consigliabile, dunque, richiedere al salone di parrucchiere una conferma scritta dell’appuntamento e dei servizi richiesti, magari attraverso un’email di conferma o un modulo firmato. Qualora fosse possibile, scattare foto del capello prima del trattamento può essere utile per dimostrare il punto di partenza e il risultato finale, evidenziando la discrepanza.
Ma quali sono i confini tra un risultato insoddisfacente e un danno effettivamente risarcibile? La giurisprudenza considera risarcibile un danno che sia oggettivamente apprezzabile, cioè un risultato che si discosta in modo evidente e significativo dalla richiesta del cliente. Un leggero cambiamento di tonalità rispetto al colore desiderato, ad esempio, difficilmente sarà considerato un danno risarcibile, a meno che non sia stato specificato con precisione il tono desiderato e la differenza sia macroscopica e comprometta l’aspetto estetico. Diversamente, un taglio completamente diverso da quello richiesto, un colore che crea un effetto indesiderato e visibilmente difettoso, oppure una reazione allergica causata da prodotti utilizzati, rientrano sicuramente nell’ambito del risarcimento.
In questi casi, il titolare del salone è tenuto a riparare il danno, offrendo al cliente un servizio correttivo gratuito o un rimborso parziale o totale del costo del servizio originario. In caso di mancata conciliazione amichevole, il cliente può rivolgersi agli organi competenti, come le associazioni dei consumatori o l’autorità giudiziaria, per ottenere un risarcimento del danno, che può includere anche il risarcimento del danno morale, qualora questo sia stato effettivamente provato.
In conclusione, la cura dell’aspetto esteriore passa anche attraverso la tutela dei propri diritti. Chiarezza nella comunicazione, documentazione del servizio richiesto e conoscenza dei propri diritti sono fondamentali per evitare spiacevoli sorprese e garantire un risultato all’altezza delle aspettative. La bellezza, infatti, non dovrebbe mai diventare fonte di disagio o di contenzioso.
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