Che documenti ti servono per mettere un distributore di bevande?

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Per installare un distributore automatico di bevande è necessario presentare la SCIA al Comune, aprire la Partita Iva, la posizione previdenziale allINPS e allINAIL (se previsto) e ottenere la licenza ASL per la somministrazione di cibi e bevande.

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Installare un distributore automatico: la guida completa ai documenti necessari

L’idea di installare un distributore automatico di bevande può sembrare semplice, ma nasconde una serie di adempimenti burocratici che è fondamentale conoscere prima di iniziare. Non basta posizionare la macchina e rifornirla: serve un iter preciso che coinvolge Comune, Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL e ASL. Vediamo nel dettaglio quali documenti sono necessari per operare nella legalità.

1. Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA): Il primo passo è presentare la SCIA al Comune dove si intende installare il distributore. Questo documento autocertifica il possesso dei requisiti per l’avvio dell’attività e permette di iniziare ad operare immediatamente dopo la presentazione. La SCIA deve contenere informazioni precise sulla collocazione del distributore, le sue caratteristiche tecniche e l’attività svolta. Ogni Comune può avere specifiche richieste, quindi è consigliabile contattare l’ufficio SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) per informazioni dettagliate e moduli specifici.

2. Partita IVA: Essendo un’attività commerciale, anche la gestione di un distributore automatico richiede l’apertura di una Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. La scelta del regime fiscale dipenderà dal volume d’affari previsto e dalla propria situazione personale. È consigliabile consultare un commercialista per valutare la soluzione più vantaggiosa.

3. Posizione previdenziale INPS e INAIL: L’apertura della Partita IVA comporta anche l’obbligo di iscrizione all’INPS per la gestione della previdenza. Se l’attività prevede l’assunzione di dipendenti, sarà necessario iscriversi anche all’INAIL per la copertura degli infortuni sul lavoro. Nel caso di gestione in prima persona senza dipendenti, l’iscrizione all’INAIL potrebbe non essere obbligatoria, ma è consigliabile verificare con l’istituto stesso in base alla specifica attività svolta.

4. Licenza ASL per la somministrazione di alimenti e bevande: Un aspetto cruciale riguarda la somministrazione di alimenti e bevande. Anche se pre confezionati, i prodotti erogati dal distributore sono soggetti alle normative igienico-sanitarie. Pertanto, è obbligatorio ottenere la licenza ASL (o l’autorizzazione equivalente a livello regionale) che certifica il rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti. Questo implica la presentazione di una notifica sanitaria alla ASL competente per territorio, corredata da una documentazione specifica che attesti la conformità del distributore e dei prodotti alle normative vigenti, oltre ad un piano di autocontrollo HACCP.

5. Permesso per l’occupazione di suolo pubblico (se necessario): Se il distributore viene installato su suolo pubblico, è necessario richiedere un’apposita autorizzazione al Comune, che prevede il pagamento di una tassa per l’occupazione del suolo pubblico (TOSAP).

In conclusione, l’installazione di un distributore automatico richiede un’attenta pianificazione e il rispetto di specifici obblighi burocratici. Raccogliere tutta la documentazione necessaria e seguire correttamente l’iter previsto eviterà sanzioni e garantirà l’avvio di un’attività in regola. Si consiglia di rivolgersi ad un commercialista o ad un consulente specializzato per una valutazione personalizzata e un supporto completo nella gestione degli adempimenti.