Come capire se un tessuto è traspirante?

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La traspirabilità di un tessuto si misura con lindice RET: valori bassi indicano unelevata capacità di disperdere il sudore, garantendo comfort e freschezza. Un tessuto con RET basso è quindi più traspirante.

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Oltre l’apparenza: svelare il segreto della traspirabilità dei tessuti

Scegliere il tessuto giusto per un capo d’abbigliamento, soprattutto per attività sportive o in condizioni climatiche calde, non si limita all’aspetto estetico o alla consistenza al tatto. Un fattore cruciale, spesso sottovalutato, è la traspirabilità: la capacità del tessuto di permettere al sudore di evaporare, mantenendo la pelle fresca e asciutta. Ma come si può davvero capire se un tessuto è effettivamente traspirante? L’occhio inesperto può facilmente ingannarsi.

La percezione tattile, pur offrendo un’indicazione preliminare, non è sufficiente. Un tessuto che appare leggero e sottile potrebbe non essere altrettanto traspirante di un altro apparentemente più pesante. La chiave per una valutazione accurata risiede nell’indice RET (Resistance to Evaporative Heat Transfer), una misura scientifica che quantifica la resistenza del tessuto al passaggio del vapore acqueo, ovvero del sudore.

Un valore RET basso indica un’elevata traspirabilità. In pratica, un tessuto con un RET basso permetterà al sudore di evaporare più rapidamente, garantendo un maggiore comfort, soprattutto durante l’attività fisica. Valori RET elevati, invece, segnalano una minore traspirabilità, con conseguente accumulo di umidità e sensazione di disagio. Bisogna però considerare che l’indice RET è un dato tecnico, solitamente non dichiarato sulle etichette dei capi d’abbigliamento.

Ma allora, come può il consumatore valutare la traspirabilità di un tessuto senza accesso ai dati RET? Alcuni spunti possono aiutare:

  • Composizione del tessuto: I tessuti naturali come il cotone, il lino e la seta, pur presentando differenti livelli di traspirabilità, tendono generalmente a essere più traspiranti rispetto alle fibre sintetiche. Tuttavia, le moderne tecnologie hanno portato allo sviluppo di fibre sintetiche (come il poliestere e il nylon) con trattamenti specifici che migliorano la traspirabilità, avvicinandosi o addirittura superando le prestazioni di alcuni tessuti naturali. La presenza di trattamenti specifici come la tecnologia “wicking”, volta a favorire l’allontanamento del sudore dalla pelle, dovrebbe essere indicata sull’etichetta.

  • Struttura del tessuto: Un tessuto a maglia più larga e ariosa sarà generalmente più traspirante di uno a trama fitta e compatta. Osservando attentamente la trama del tessuto, si possono avere indicazioni sulla sua capacità di “respirare”.

  • Test empirici (limitati): Tenere il tessuto contro la pelle per qualche minuto e valutare la sensazione di umidità può offrire un’indicazione, ma questa prova è soggettiva e poco precisa. Un metodo più attendibile, seppur artigianale, consiste nel tenere un piccolo pezzo di tessuto umido e osservare il tempo di asciugatura: un tempo di asciugatura breve suggerisce una maggiore traspirabilità.

In conclusione, comprendere la traspirabilità di un tessuto richiede un’analisi più approfondita rispetto a una semplice ispezione visiva. Sebbene l’accesso ai dati RET sia limitato per il consumatore medio, la conoscenza della composizione del tessuto, della sua struttura e l’applicazione di test empirici rudimentali possono fornire indicazioni utili per una scelta informata e un maggiore comfort. Ricordate che la traspirabilità è un fattore fondamentale per il benessere e il comfort, soprattutto in situazioni di attività fisica o clima caldo.