Come riconoscere il pesce avariato?

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Occhi infossati, branchie grigie e opache, carne molle e dallodore pungente di ammoniaca, con un sapore di pesce rancido e cavolo: questi sono chiari indicatori di pesce avariato, da scartare sempre, anche dopo la cottura.

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Dal banco al piatto: come riconoscere il pesce fresco e evitare spiacevoli sorprese

Acquistare il pesce fresco è un’arte che richiede attenzione e qualche piccola conoscenza. Un pesce di qualità elevata non solo garantisce un sapore eccellente, ma è anche fondamentale per la nostra salute. Infatti, consumare pesce avariato può causare intossicazioni alimentari con conseguenze anche gravi. Come dunque distinguere un prodotto fresco da uno ormai deteriorato? Ecco una guida pratica che vi aiuterà a fare la scelta giusta.

Al mercato o dal pescivendolo, l’occhio è il primo strumento a nostra disposizione. L’aspetto esteriore del pesce è il primo indicatore della sua freschezza. Un pesce fresco presenta occhi brillanti e sporgenti, con una cornea trasparente e umida. Occhi infossati, opachi e con la pupilla sbiadita sono invece un segnale inequivocabile di pesce non più fresco.

Un altro elemento fondamentale da osservare sono le branchie. In un pesce appena pescato, le branchie sono di un colore rosso vivo e umide, con una consistenza turgida. Branchie grigie, opache, secche o con muco appiccicoso indicano un’alterazione in atto. Un odore forte e sgradevole emanato dalle branchie è un ulteriore campanello d’allarme.

Procediamo poi all’esame della carne. La consistenza è un elemento chiave: un pesce fresco presenta una carne soda ed elastica, che riprende la forma dopo essere stata premuta leggermente con un dito. Se invece la carne è molle, flaccida o cede alla pressione, è segno di deterioramento. Allo stesso modo, la superficie del pesce dovrebbe essere lucida e umida; una pelle secca e opaca indica un’incipiente decomposizione.

Infine, l’odore è un potente indicatore di freschezza. Un pesce fresco ha un odore delicato, leggermente marino, che non dovrebbe essere né eccessivamente forte né acre. Un odore pungente, simile a quello dell’ammoniaca, o un sapore di rancido e di cavolo, testimoniano senza ombra di dubbio la presenza di batteri e tossine, rendendo il consumo del pesce pericoloso, anche dopo la cottura. Ricordate che la cottura non elimina le tossine.

In conclusione, acquistare pesce fresco richiede un po’ di attenzione e l’osservazione di questi dettagli fondamentali. Non esitate a chiedere consiglio al vostro pescivendolo di fiducia: la sua esperienza vi aiuterà a fare la scelta migliore e a portare a tavola un piatto sano e gustoso. Non comprommettete mai la vostra salute: in caso di dubbio, è sempre meglio scartare il pesce.