Come si chiamano le associazioni di volontariato?
Le associazioni di volontariato possono essere identificate con lacronimo ONLUS, ovvero Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale.
Oltre l’Acronimo: Identità e Anima delle Associazioni di Volontariato in Italia
Spesso, quando si parla di associazioni di volontariato in Italia, ci si imbatte nell’acronimo ONLUS: Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. Tuttavia, ridurre queste realtà complesse e vitali a una semplice sigla sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia alla loro eterogeneità e al valore che apportano alla società.
Certo, la denominazione ONLUS ha rappresentato, e in parte rappresenta ancora, un importante riferimento per identificare quelle associazioni che perseguono finalità di solidarietà sociale senza scopo di lucro. L’acronimo stesso, impresso su documenti e comunicazioni, fungeva da garanzia di trasparenza e impegno verso il bene comune. Era un sigillo che, agli occhi del pubblico e delle istituzioni, confermava la natura altruistica dell’organizzazione.
Ma dietro l’acronimo ONLUS si cela un universo di realtà differenti, ognuna con una sua specifica identità, una sua missione e una sua particolare area di intervento. Parliamo di associazioni che operano nei campi più disparati: dalla tutela dell’ambiente all’assistenza sanitaria, dal sostegno alle persone con disabilità alla promozione della cultura, dall’aiuto ai senzatetto all’educazione dei giovani.
Per capire veramente come si chiamano le associazioni di volontariato, bisogna guardare oltre la semplice classificazione formale. Il loro vero nome è spesso inciso nei valori che le animano: altruismo, solidarietà, compassione, impegno civico. È un nome che si legge negli occhi dei volontari, nel loro sorriso mentre si dedicano agli altri, nella loro determinazione nel superare gli ostacoli.
Ancora più importante, il nome di un’associazione di volontariato è dato dalla sua attività concreta. Non è solo un’etichetta, ma una promessa mantenuta, un impegno trasformato in azione. È il bambino che impara a leggere grazie al tutorato scolastico, l’anziano che riceve una visita a domicilio, l’animale salvato dalla strada e curato con amore.
Con la recente riforma del Terzo Settore, il panorama normativo e definitorio delle associazioni di volontariato è in evoluzione. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) introduce nuove categorie e criteri di identificazione, ampliando e ridefinendo il concetto stesso di “organizzazione di volontariato”. L’acronimo ONLUS, in molti casi, sta gradualmente scomparendo, sostituito da nuove denominazioni e sigle che riflettono la complessità e la diversificazione del mondo del volontariato.
In definitiva, sebbene gli acronimi e le classificazioni siano utili per orientarsi e identificare le diverse forme associative, non dobbiamo dimenticare che il vero “nome” di un’associazione di volontariato risiede nella sua capacità di generare impatto sociale positivo, nella sua dedizione al bene comune e nella sua anima altruistica. Un nome che si pronuncia ogni giorno, non con le parole, ma con i fatti. È un nome che risuona nelle vite che tocca e nel mondo che contribuisce a rendere un posto migliore.
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