Quale reddito viene considerato ai fini ISEE?

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Per lISEE, si considerano i redditi percepiti nellanno precedente la richiesta: stipendi, pensioni, redditi da lavoro autonomo e di impresa, individuale o societaria, compresi eventuali redditi assimilati. Altri redditi, come quelli patrimoniali, sono inclusi nella composizione del patrimonio.

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L’ISEE e la complessità del reddito: cosa conta davvero?

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è un parametro fondamentale per accedere a numerosi benefici e agevolazioni sociali, dallo sgravio sulle tasse universitarie alle prestazioni sociali agevolate. Ma la sua complessità risiede proprio nella definizione del “reddito” considerato ai fini del calcolo. Non si tratta di una semplice somma di quanto percepito, ma di un’attenta valutazione di diverse componenti, spesso fonte di confusione per i cittadini.

Per determinare l’ISEE, l’attenzione si concentra principalmente sui redditi percepiti nell’anno precedente la presentazione della domanda. Questo significa che l’ISEE 2024, ad esempio, si basa sui redditi del 2023. Questa retroattività è fondamentale per garantire una fotografia il più possibile aderente alla reale situazione economica del nucleo familiare.

Ma quali redditi vengono effettivamente presi in considerazione? La lista è più ampia di quanto si possa pensare:

  • Redditi da lavoro dipendente: Stipendi, salari, compensi percepiti da dipendenti pubblici e privati, comprese le tredicesime e quattordicesime.
  • Redditi da lavoro autonomo: Redditi derivanti da professioni liberali, attività artigianali e commerciali individuali, tenendo conto delle eventuali ritenute alla fonte.
  • Redditi da lavoro dipendente con partita IVA: In questo caso, la complessità aumenta, poiché si devono considerare sia i redditi derivanti dalla prestazione di lavoro dipendente che quelli provenienti dall’attività autonoma. È necessario un attento conteggio di entrambi per evitare errori nel calcolo dell’ISEE.
  • Redditi da impresa: Comprende i redditi derivanti da attività d’impresa individuale o societaria, inclusi utili, dividendi e partecipazioni. La contabilizzazione è generalmente più articolata e necessita spesso dell’ausilio di un commercialista.
  • Redditi assimilati ai salari: Questa categoria include redditi che, pur non derivando da un rapporto di lavoro subordinato, presentano caratteristiche simili, come ad esempio le borse di studio e i compensi per collaborazioni coordinate e continuative.

È importante sottolineare che, a differenza di quanto si potrebbe erroneamente pensare, non tutti i redditi contribuiscono alla determinazione dell’ISEE nello stesso modo. Mentre i redditi sopra elencati concorrono direttamente al calcolo del reddito complessivo del nucleo familiare, altri redditi, come quelli patrimoniali (provenienti da immobili, rendite finanziarie, ecc.), non sono direttamente inclusi nel reddito ISEE. Questi ultimi, infatti, concorrono alla composizione del patrimonio, un altro elemento fondamentale per il calcolo dell’ISEE, ma con una ponderazione differente rispetto al reddito.

In conclusione, la corretta compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), necessaria per ottenere l’ISEE, richiede un’attenta analisi di tutte le componenti del reddito familiare, considerando le peculiarità di ogni tipologia di provento. In caso di dubbi o situazioni complesse, è sempre consigliabile rivolgersi a un CAF o a un professionista per evitare errori che potrebbero compromettere l’accesso ai benefici richiesti. La chiarezza e la precisione nella dichiarazione sono fondamentali per garantire la correttezza del calcolo ISEE e l’accesso ai servizi socio-economici di cui si ha diritto.