Quanto restituisce il GSE?
In base allaccordo di scambio sul posto 2023, il GSE riconosce una tariffa di 0,16 €/kWh per lenergia fotovoltaica immessa in rete e successivamente ritirata.
Il GSE e il nuovo scenario del ritiro dedicato: oltre la semplice tariffa di 0,16 €/kWh
L’accordo di scambio sul posto (GSE) del 2023 ha introdotto un significativo cambiamento nel panorama dell’energia rinnovabile in Italia, offrendo ai possessori di impianti fotovoltaici un meccanismo di compensazione per l’energia immessa in rete e successivamente prelevata. La semplificazione comunicativa, spesso limitata alla cifra di 0,16 €/kWh, nasconde però una realtà più complessa e articolata che merita un’analisi approfondita per comprendere appieno la convenienza e le sfumature di questo strumento.
La tariffa di 0,16 €/kWh, pur rappresentando un punto di riferimento, non costituisce l’unico elemento determinante del ritorno economico derivante dal GSE. Infatti, questa cifra rappresenta il corrispettivo per l’energia effettivamente immessa in rete e poi ritirata, e non tiene conto di diversi fattori che possono influenzare il guadagno finale.
Innanzitutto, è fondamentale considerare l’autoconsumo. Un impianto fotovoltaico efficiente massimizza l’autoconsumo, ovvero l’utilizzo dell’energia prodotta direttamente in loco, riducendo la quantità di energia immessa in rete e di conseguenza la remunerazione percepita tramite il GSE. Questo significa che un impianto progettato per un elevato autoconsumo, pur potendo generare una minore entrata economica dal GSE, garantisce un risparmio complessivo maggiore sulla bolletta elettrica.
In secondo luogo, l’andamento dei consumi influisce significativamente sul bilancio energetico. Un consumo elevato durante le ore di maggiore produzione solare riduce l’energia immessa in rete, mentre un consumo concentrato nelle ore serali o notturne aumenta la quota di energia ceduta al gestore di rete e quindi il compenso dal GSE. Un’attenta analisi dei propri consumi domestici, quindi, è cruciale per valutare la reale convenienza del sistema.
Infine, è necessario considerare gli oneri amministrativi e le eventuali spese di gestione dell’impianto. Questi costi, pur non essendo direttamente legati alla tariffa GSE, incidono sul guadagno netto derivante dall’accordo. Un’accurata pianificazione e la scelta di un installatore affidabile possono contribuire a minimizzare questi oneri.
In conclusione, affermare che il GSE “restituisce” semplicemente 0,16 €/kWh è una semplificazione riduttiva. La reale convenienza dell’accordo dipende da una serie di variabili interconnesse, tra cui l’autoconsumo, i consumi domestici, i costi di gestione e l’efficienza dell’impianto. Una valutazione completa e personalizzata, che tenga conto di questi fattori, è indispensabile per comprendere il reale ritorno economico e decidere se il GSE rappresenta la soluzione più adatta alle proprie esigenze energetiche. Rivolgersi a professionisti del settore è fondamentale per una corretta analisi e una scelta consapevole.
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