Perché i piatti si chiamano piatti?

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I piatti, in origine, erano lastre di metallo su cui si incidevano immagini per la riproduzione tramite stampa.
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Dall’incisione alla tavola: l’etimologia sorprendente del termine “piatto”

La semplicità del termine “piatto” cela una storia affascinante, un viaggio etimologico che ci conduce lontano dalle nostre tavole imbandite, fino alle officine degli incisori e alle botteghe dei tipografi. Contrariamente all’apparente ovvietà, la parola “piatto” non deriva direttamente dalla forma dell’oggetto, bensì da una sua antica funzione, sorprendentemente legata all’arte della stampa.

Prima di essere il contenitore per le nostre pietanze, “piatto” indicava, nel gergo tecnico della stampa antica, una lastra di metallo, solitamente di rame o di acciaio, sulla quale venivano incisi immagini destinate alla riproduzione. Queste lastre, piane e lisce, rappresentavano il supporto ideale per l’incisione, che potesse essere poi utilizzata per stampare molteplici copie. L’immagine incisa, trasferita su carta mediante inchiostro, dava vita a stampe, opere d’arte riproducibili e diffuse a un pubblico più vasto. Questa antica tecnica, che ha segnato la storia dell’arte e della comunicazione, è alla radice stessa del significato del termine “piatto”.

L’evoluzione semantica è probabilmente da ricercare nella somiglianza fisica tra le lastre utilizzate per la stampa e i recipienti piani utilizzati per servire il cibo. La forma piatta e liscia, comune ad entrambi gli oggetti, ha favorito una metonimia, un trasferimento di significato basato sulla similarità di attributi. Col tempo, l’accezione legata all’incisione è andata perdendosi nel linguaggio comune, lasciando spazio all’uso prevalente che tutti noi conosciamo: il contenitore per il cibo.

Questo percorso etimologico ci offre una prospettiva inaspettata su un termine così familiare. Ci ricorda come le parole, pur nella loro semplicità, custodiscano una ricchezza di significati stratificati nel tempo, legati a pratiche e tecnologie ormai dimenticate. Il “piatto” della nostra tavola, dunque, non è solo un semplice oggetto, ma un silenzioso testimone di un’antica arte, un’eco del mondo degli incisori che ha contribuito a plasmare il linguaggio stesso che utilizziamo per descrivere la nostra quotidianità. Un piccolo dettaglio, un’etimologia sorprendente, che ci invita a guardare con occhi nuovi gli oggetti più comuni, scoprendo storie inaspettate racchiuse nella loro stessa essenza.