Quale affettato fa meno male alla salute?
Speck e mortadella: affettati “più leggeri” ma sempre con moderazione
La domanda che spesso ci poniamo davanti al banco dei salumi è: quale affettato fa meno male alla salute? La risposta non è semplice e dipende da diversi fattori, ma se cerchiamo opzioni relativamente magre, speck e mortadella possono rappresentare una scelta più consapevole rispetto ad altri insaccati, a patto che il consumo rimanga moderato.
Spesso demonizzati, questi due affettati, se scelti con attenzione, possono inserirsi in una dieta equilibrata. Lo speck, derivato dalla coscia di maiale affumicata e stagionata, si distingue per un contenuto di grassi inferiore rispetto a salumi come il salame o la pancetta. La sua caratteristica affumicatura, inoltre, contribuisce ad una maggiore conservabilità, riducendo la necessità di additivi. È importante, però, preferire speck con un basso contenuto di sale, verificando l’etichetta nutrizionale.
La mortadella, a dispetto della sua consistenza morbida che potrebbe far pensare ad un elevato contenuto lipidico, presenta in realtà una percentuale di grassi inferiore rispetto ad altri insaccati come il prosciutto cotto o la coppa. La presenza di pistacchi, inoltre, apporta una piccola quantità di fibre e grassi insaturi, considerati benefici per la salute cardiovascolare. Anche in questo caso, è fondamentale optare per mortadelle di alta qualità, con un ridotto contenuto di sale e additivi.
È importante sottolineare che definire speck e mortadella “salutari” sarebbe un’esagerazione. Pur presentando un profilo nutrizionale relativamente migliore rispetto ad altri salumi, contengono comunque una quantità significativa di sodio e grassi saturi. Il consumo eccessivo di questi nutrienti può contribuire all’aumento della pressione sanguigna e del colesterolo, incrementando il rischio di malattie cardiovascolari.
Pertanto, il segreto sta nella moderazione. Inserire occasionalmente speck e mortadella in una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, non rappresenta un problema per la salute. È consigliabile consumarli in porzioni ridotte, preferibilmente a pranzo, per permettere all’organismo di metabolizzare i grassi e il sodio durante la giornata. Inoltre, è importante leggere attentamente le etichette nutrizionali, scegliendo prodotti con un basso contenuto di sale e additivi, privilegiando la qualità alla quantità. Infine, consultare un nutrizionista o un dietologo può aiutare a definire un piano alimentare personalizzato che tenga conto delle proprie esigenze e del proprio stato di salute.
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