Quanti vitigni ci sono in Sardegna?

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La viticoltura sarda è ricca e diversificata, con oltre trenta denominazioni tra IGT e DOC/DOCG che tutelano la produzione di vini regionali. Il Vermentino di Gallura rappresenta la sola DOCG isolana, a testimonianza della varietà e qualità dei vitigni coltivati.

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Sardegna: Un’Isola, un Tesoro di Vitigni e Vini Unici

La Sardegna, terra di storia millenaria e paesaggi mozzafiato, si rivela un vero e proprio scrigno di biodiversità anche nel mondo della viticoltura. Oltre a essere un’isola dalla bellezza selvaggia, è un territorio dove la vite ha trovato un habitat ideale, generando un patrimonio ampelografico di inestimabile valore. Ma quanti sono, esattamente, i vitigni che popolano le campagne sarde?

La risposta, sebbene non sia semplice da quantificare in un numero preciso e definitivo, ci porta a scoprire una ricchezza sorprendente. Sebbene l’attenzione sia spesso rivolta ai vitigni più conosciuti e commercializzati, la realtà è che in Sardegna si contano decine di vitigni autoctoni e tradizionali, molti dei quali unici al mondo.

L’enorme diversità del patrimonio viticolo sardo è testimoniata anche dalla presenza di oltre trenta denominazioni tra Indicazione Geografica Tipica (IGT) e Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Queste denominazioni non solo garantiscono l’origine geografica e la qualità dei vini prodotti, ma contribuiscono anche alla conservazione e valorizzazione dei vitigni che li compongono.

Tra questi, il Vermentino di Gallura DOCG spicca come unica denominazione a riconoscimento massimo sull’isola, un vero e proprio simbolo dell’eccellenza vitivinicola sarda. Questo vino bianco, fresco e aromatico, è prodotto nella regione nord-orientale dell’isola e rappresenta un esempio lampante di come un vitigno autoctono, sapientemente coltivato e vinificato, possa raggiungere vertici qualitativi riconosciuti a livello internazionale.

Oltre al Vermentino, la Sardegna vanta una pletora di altri vitigni autoctoni, sia a bacca bianca che a bacca rossa, ciascuno con le proprie peculiarità e caratteristiche distintive. Tra i più noti ricordiamo:

  • Cannonau: il vitigno a bacca rossa più diffuso in Sardegna, dal quale si ottengono vini potenti, strutturati e longevi.
  • Carignano: un altro vitigno a bacca rossa, coltivato soprattutto nel Sulcis Iglesiente, che regala vini intensi, fruttati e speziati.
  • Monica: vitigno a bacca rossa che produce vini morbidi, fruttati e di pronta beva.
  • Nuragus: vitigno a bacca bianca diffuso soprattutto nel Campidano, da cui si ottengono vini freschi, leggeri e profumati.
  • Nasco: vitigno a bacca bianca raro e pregiato, coltivato soprattutto nel Cagliaritano, che produce vini dolci o secchi, aromatici e complessi.

L’elenco potrebbe continuare a lungo, testimoniando la vastità del patrimonio viticolo sardo. La ricerca e la riscoperta di vitigni antichi, dimenticati o poco conosciuti, sono un impegno costante di molti produttori e ricercatori, con l’obiettivo di preservare questa ricchezza genetica e di offrire ai consumatori vini sempre più autentici e rappresentativi del territorio.

In definitiva, la Sardegna non è solo un’isola, ma un vero e proprio mosaico di vitigni e vini unici, capaci di raccontare la storia, la cultura e le tradizioni di un popolo legato indissolubilmente alla propria terra. Un tesoro da scoprire e valorizzare, sorso dopo sorso.