Come cambia il sonno a 3 anni?

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Intorno ai tre anni, il sonno totale giornaliero si attesta sulle 10-12 ore. Leventuale pisolino pomeridiano influisce sulla distribuzione del sonno, che in presenza di questultimo potrebbe prevedere un risveglio tra le 7 e le 8 del mattino.

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Il sonno del bambino a 3 anni: un mondo in evoluzione

A tre anni, il mondo di un bambino è un turbinio di scoperte, apprendimento e crescita, e questo si riflette anche nel suo sonno. Superata la fase dei risvegli notturni frequenti tipici dei primi anni, il bambino di tre anni entra in una nuova fase del suo sviluppo del sonno, caratterizzata da un ritmo più regolare, ma anche da nuove sfide.

Il fabbisogno di sonno totale giornaliero si attesta intorno alle 10-12 ore, un range che può variare leggermente da bambino a bambino a seconda del temperamento, del livello di attività fisica e dello sviluppo individuale. Un elemento cruciale nella gestione del sonno a questa età è il pisolino pomeridiano. La sua presenza, infatti, influenza profondamente la distribuzione delle ore di sonno nell’arco delle 24 ore.

Con il pisolino pomeridiano, il risveglio mattutino tende ad essere più tardivo, generalmente tra le 7 e le 8. Questo perché il sonno pomeridiano, pur essendo benefico per il recupero energetico, “sottrae” ore al sonno notturno. Al contrario, l’assenza del pisolino può anticipare il risveglio mattutino e favorire un addormentamento serale più precoce.

La scelta di mantenere o meno il pisolino pomeridiano a tre anni dipende da diversi fattori e dovrebbe essere valutata individualmente. Se il bambino fa fatica ad addormentarsi la sera o si sveglia molto presto al mattino, il pisolino pomeridiano potrebbe essere ancora necessario. Tuttavia, se il pisolino interferisce con il sonno notturno, rendendo difficile l’addormentamento o causando risvegli frequenti, potrebbe essere il momento di eliminarlo gradualmente.

Oltre alla durata e alla distribuzione del sonno, è importante considerare anche la qualità del riposo. A tre anni, i bambini possono iniziare a manifestare paure e ansie legate alla separazione dai genitori o all’immaginazione vivida. Queste emozioni possono influenzare il sonno, causando difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni. Creare una routine rilassante prima di andare a dormire, come leggere una storia o fare un bagno caldo, può aiutare il bambino a tranquillizzarsi e a prepararsi al sonno.

Infine, è fondamentale ricordare che ogni bambino è un individuo a sé e che non esistono regole rigide e universali per quanto riguarda il sonno. Osservando attentamente il proprio figlio e ascoltando i suoi bisogni, i genitori possono trovare la soluzione migliore per garantire un riposo sereno e ristoratore, fondamentale per la sua crescita e il suo benessere. Se persistono dubbi o difficoltà, è sempre consigliabile consultare il pediatra.