Come si traduce il perfetto e il piuccheperfetto?

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Nel greco antico, il perfetto esprime unazione conclusa con effetti persistenti nel presente, mentre il piuccheperfetto descrive unazione conclusa antecedente a unaltra azione passata. La relazione tra questi due tempi rispecchia quella tra presente e imperfetto, ma con riferimento al passato.

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Il Perfetto e il Piuccheperfetto nel Greco Antico: un Viaggio nel Passato con Effetti Presenti

Nel panorama temporale della lingua greca antica, il perfetto e il piuccheperfetto si stagliano come due colonne che, pur radicate nel passato, proiettano la loro ombra sul presente o su un altro momento passato. Comprendere la loro sfumatura è fondamentale per cogliere le sottili relazioni temporali che innervano la narrazione greca.

Il perfetto, a differenza dell’aoristo che descrive un’azione puntuale nel passato, esprime un’azione sì conclusa, ma i cui effetti continuano a riverberarsi nel presente. È come se l’eco di quell’azione fosse ancora percepibile al momento in cui si parla. Pensiamo, ad esempio, al verbo “λύω” (sciogliere): “λελύκασι τὰ δεσμά” (hanno sciolto i legami) indica un’azione compiuta, ma la conseguenza, ovvero la libertà ottenuta, permane nel presente.

Il piuccheperfetto, d’altro canto, ci trasporta in un passato ancora più remoto. Descrive un’azione conclusa che precede temporalmente un’altra azione, anch’essa passata. Si instaura così un gioco di sguardi retrospettivi, in cui un evento fa da sfondo ad un altro. Immaginiamo la frase: “οἱ στρατιῶται ἐπεστράτευον ὅτε τὸ τεῖχος ἤδη λελύκεσαν” (i soldati attaccavano quando ormai avevano distrutto le mura). Qui, la distruzione delle mura, espressa dal piuccheperfetto “λελύκεσαν”, è un evento antecedente all’attacco dei soldati, descritto dall’imperfetto “ἐπεστράτευον”.

La relazione che lega il perfetto al piuccheperfetto è speculare a quella tra presente e imperfetto, ma con un comune denominatore: il passato. Come il presente fornisce il contesto temporale per l’imperfetto, così il perfetto fa da sfondo al piuccheperfetto.

Padroneggiare la sfumatura di questi due tempi significa penetrare nel cuore pulsante della narrazione greca, cogliendone la profondità temporale e la capacità di intrecciare passato e presente in un dialogo continuo.