Quando si diventa preposto?

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La qualifica di preposto si acquisisce esercitando funzioni di direzione o coordinamento di un team, indipendentemente da una nomina formale. Leffettivo svolgimento di tali attività determina lo status di preposto, anche in assenza di un atto ufficiale.

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Il preposto: una questione di fatto, non di forma

Spesso si sente parlare di preposto, ma cosa significa esattamente? Quando una persona riveste effettivamente questo ruolo? La risposta, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non risiede in una nomina formale o in un documento ufficiale, ma nell’effettivo esercizio di funzioni di direzione e coordinamento di un team.

L’elemento cardine per qualificare un individuo come preposto è la sostanza, non la forma. Non è necessaria una delibera aziendale, una lettera di incarico o un’esplicita menzione nel contratto di lavoro. Ciò che conta è l’esistenza di fatto di attività di supervisione, controllo e organizzazione del lavoro altrui.

In pratica, un lavoratore diventa preposto nel momento in cui inizia a dirigere e coordinare le attività di altri colleghi, impartendo loro istruzioni, verificandone l’operato e gestendo l’organizzazione del lavoro. Questo può manifestarsi in diversi modi: assegnando compiti, definendo priorità, monitorando l’andamento dei lavori, intervenendo in caso di difficoltà o conflitti, fornendo feedback e gestendo la turnazione.

L’assenza di una nomina formale non esclude la sussistenza della qualifica di preposto. Anzi, in molti casi, la prassi aziendale può portare all’individuazione di figure di riferimento che, pur senza un’investitura ufficiale, svolgono di fatto funzioni di coordinamento e supervisione. Pensate ad esempio ad un operaio senior che, per esperienza e competenza, guida e istruisce i colleghi più giovani, organizzando il lavoro di squadra. Pur in assenza di un titolo specifico, questa figura assume a tutti gli effetti il ruolo di preposto.

Questa interpretazione, basata sulla sostanza delle attività svolte, ha importanti implicazioni, soprattutto in ambito di sicurezza sul lavoro. Il preposto, infatti, riveste un ruolo cruciale nella prevenzione degli infortuni, essendo responsabile della corretta applicazione delle norme di sicurezza da parte del team che coordina. Individuare correttamente chi ricopre questo ruolo, indipendentemente dalla sua formalizzazione, è quindi fondamentale per garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

In conclusione, la qualifica di preposto non si acquisisce con una nomina, ma con l’esercizio concreto di funzioni di direzione e coordinamento. Un’interpretazione che pone l’accento sulla sostanza e non sulla forma, a beneficio di una più efficace applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.