Quando si inizia a vedere il carattere di un bambino?

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Diversi studi, tra cui quello di Chess e Thomas (1986), evidenziano che il temperamento di un bambino emerge già nei primi anni di vita. Ciò si manifesta nelle reazioni costanti dei bambini allambiente circostante.

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Quando sboccia la personalità: alla scoperta del carattere nei primi anni di vita

La domanda su quando si inizia a intravedere il carattere di un bambino è complessa e affascinante, una finestra aperta sulla formazione di quell’individuo unico che diventerà. Contrariamente a quanto si possa pensare, la risposta non è “quando inizia a parlare” o “quando entra alle elementari”. La realtà è che i primi germogli della personalità emergono molto, molto prima.

Studi significativi, come la ricerca pionieristica di Chess e Thomas nel lontano 1986, hanno messo in luce un concetto fondamentale: il temperamento. Questo termine si riferisce alle predisposizioni innate di un individuo, alle sue reazioni emotive e comportamentali costanti di fronte al mondo. Non è il carattere formato, l’insieme di valori e scelte morali che si sviluppa nel tempo, ma piuttosto il “materiale di partenza”, l’argilla grezza con cui la personalità verrà modellata.

Immaginate un neonato che viene cullato: uno potrebbe rilassarsi immediatamente, chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno, mentre un altro potrebbe agitarsi, piangere e opporsi vigorosamente al contatto. Queste differenze, che si manifestano fin dai primi giorni, non sono semplici capricci o reazioni casuali. Sono l’espressione del suo temperamento, la sua personale “impronta” emotiva.

Chess e Thomas, attraverso un accurato studio longitudinale, hanno identificato diverse dimensioni del temperamento, tra cui:

  • Livello di attività: Quanto è attivo e dinamico il bambino.
  • Ritmicità: La regolarità dei suoi ritmi biologici, come il sonno e l’alimentazione.
  • Avvicinamento o ritiro: Come reagisce a stimoli nuovi o sconosciuti.
  • Adattabilità: La facilità con cui si adatta ai cambiamenti.
  • Soglia di responsività: La quantità di stimolazione necessaria per provocare una reazione.
  • Intensità della reazione: L’energia con cui esprime le emozioni.
  • Qualità dell’umore: Se tende ad essere allegro e positivo o più incline alla negatività.
  • Distraibilità: Quanto facilmente la sua attenzione viene distolta.
  • Persistenza: Quanto a lungo continua un’attività, anche di fronte a ostacoli.

Queste nove dimensioni, combinate in modi unici per ogni individuo, danno vita a diversi “tipi” di temperamento. Alcuni bambini sono “facili”, adattabili e di buon umore, mentre altri sono “difficili”, irritabili e resistenti al cambiamento. Altri ancora sono “lenti a scaldarsi”, inizialmente timidi e cauti, ma capaci di adattarsi gradualmente.

È cruciale sottolineare che il temperamento non è “buono” o “cattivo”. Semplicemente è. E la sua comprensione, da parte dei genitori e degli educatori, è fondamentale per creare un ambiente di crescita sano e supportivo. Cercare di “forzare” un bambino a comportarsi in un modo che non è naturale per il suo temperamento può portare a frustrazione, ansia e problemi comportamentali.

Invece, l’obiettivo dovrebbe essere quello di lavorare con il temperamento del bambino, sfruttando i suoi punti di forza e aiutandolo a gestire le sue debolezze. Un bambino con un’alta attività potrebbe aver bisogno di più opportunità per scaricare energia, mentre un bambino con una bassa soglia di responsività potrebbe beneficiare di un ambiente più calmo e tranquillo.

In conclusione, il carattere di un bambino inizia a manifestarsi molto presto, attraverso le espressioni del suo temperamento. Prestando attenzione a queste reazioni costanti all’ambiente circostante, possiamo iniziare a intravedere la persona unica che diventerà, e possiamo aiutarla a fiorire pienamente, nel rispetto della sua individualità. Il viaggio alla scoperta della personalità inizia dalla culla, un’avventura affascinante che dura tutta la vita.