Quanto guadagna la UEFA con la Champions League?

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Nella prossima stagione calcistica, la UEFA destinerà ai club partecipanti alle sue competizioni circa il 75% dei ricavi generati, una diminuzione rispetto alla stagione precedente. Questa somma rappresenta una quota significativa del fatturato complessivo della UEFA, che verrà poi ripartita tra le squadre in base a vari criteri di performance e partecipazione.

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Il Tesoro della Champions League: Quanto Guadagna la UEFA e Come lo Distribuisce

La Champions League, vero e proprio gigante del calcio europeo, non è solo un torneo prestigioso e ricco di storia, ma anche una macchina da soldi incredibile per la UEFA, l’organo di governo del calcio europeo. Le cifre in ballo sono astronomiche e la loro distribuzione, seppur complessa, riveste un ruolo cruciale nell’equilibrio finanziario e competitivo del calcio continentale.

Ma quanto guadagna realmente la UEFA dalla sua competizione più prestigiosa? La risposta è complessa, perché i ricavi variano di stagione in stagione, influenzati da fattori come i diritti televisivi, gli accordi di sponsorizzazione e la performance economica generale. Tuttavia, si parla di miliardi di euro. Questi fondi derivano principalmente dalla vendita dei diritti televisivi globali, che garantiscono una copertura planetaria e un interesse senza precedenti, e dagli accordi con sponsor prestigiosi, desiderosi di associare il proprio marchio all’élite del calcio europeo.

La UEFA, nella sua veste di amministratrice, reinveste una parte considerevole di questi introiti nel calcio, destinando circa il 75% dei ricavi generati dalle sue competizioni ai club partecipanti. Questa percentuale, sebbene rappresenti una diminuzione rispetto alla stagione precedente, rimane una fetta considerevole del fatturato complessivo dell’organizzazione. È importante sottolineare che questa quota non viene distribuita in maniera equa. La ripartizione dei fondi segue criteri complessi e diversificati, volti a premiare sia la partecipazione che la performance.

Questi criteri includono:

  • Quote di partecipazione: Ogni squadra che si qualifica per la fase a gironi riceve una somma base.
  • Bonus per risultati: Vittorie e pareggi durante la fase a gironi vengono premiati con bonus specifici.
  • Performance nelle fasi a eliminazione diretta: Il passaggio a ogni turno successivo, dagli ottavi fino alla finale, garantisce un ulteriore premio.
  • Coefficiente storico: Le squadre con una solida storia europea, misurata in base alle performance passate in Champions League e Europa League, ricevono una quota basata sul loro coefficiente UEFA.
  • Market pool: Una parte dei ricavi viene distribuita in base al valore del mercato televisivo di ciascun paese rappresentato nel torneo. Questo significa che le squadre provenienti da paesi con un alto valore dei diritti televisivi ricevono una quota maggiore.

Questa complessa rete di criteri di distribuzione mira a creare un sistema che premi sia il merito sportivo che il valore commerciale delle singole squadre e dei loro mercati di riferimento. L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere la crescita del calcio europeo nel suo complesso, garantendo che i club, dai più grandi ai più piccoli, abbiano accesso a risorse finanziarie che permettano loro di investire nelle proprie infrastrutture, nei talenti e nello sviluppo del gioco.

In conclusione, la Champions League rappresenta una fonte di reddito immensa per la UEFA, che a sua volta reinveste una parte significativa di questi introiti nel calcio europeo. La ripartizione di questi fondi, pur essendo un processo complesso e spesso oggetto di discussioni, è un elemento chiave per mantenere un certo equilibrio competitivo e per sostenere la crescita del calcio a tutti i livelli. Monitorare l’evoluzione di questi meccanismi di distribuzione è fondamentale per comprendere le dinamiche finanziarie che sottendono al calcio moderno e per valutare l’impatto che queste hanno sulla competitività e la sostenibilità delle squadre europee.