Quanto viene pagato un rider di Just Eat?

Oltre la cifra: lo stipendio dei rider Just Eat e la complessità del lavoro a gig

La questione del compenso dei rider, in particolare quelli che operano per piattaforme come Just Eat, è complessa e va ben oltre la semplice media oraria di 8,65€ spesso citata. Seppur questa cifra, ricavata da un’analisi di 118 fonti tra dati di dipendenti, testimonianze di utenti e annunci di lavoro su Indeed negli ultimi tre anni, offra un’indicazione di partenza, non restituisce il quadro completo della reale remunerazione e delle condizioni lavorative.

La media di 8,65€ all’ora, infatti, nasconde una notevole variabilità. Il guadagno di un rider Just Eat dipende da numerosi fattori, rendendo l’idea di uno stipendio fisso del tutto fuorviante. Tra questi, spiccano:

• Il numero di consegne: Il guadagno è strettamente correlato al numero di consegne effettuate. Più consegne significa maggiore guadagno, ma anche maggiore impegno fisico e stress. La variabilità stagionale (con picchi durante le serate e i weekend) e la disponibilità dei ristoranti influenzano drasticamente il numero di consegne disponibili.

• La distanza delle consegne: Le consegne più lunghe implicano un maggior consumo di carburante e un tempo di percorrenza superiore, riducendo il guadagno orario effettivo. La congestione del traffico, imprevedibile e spesso significativa nelle aree urbane, aggiunge un ulteriore fattore di incertezza.

• Le commissioni della piattaforma: Just Eat, come altre piattaforme di delivery, trattiene una percentuale sul guadagno complessivo del rider. Questo aspetto, spesso trascurato nei calcoli della remunerazione, erode una parte significativa del guadagno lordo.

• Le spese di gestione: I costi di gestione del lavoro, come la manutenzione del mezzo di trasporto (scooter, bicicletta, auto), l’assicurazione e la ricarica del telefono, sono a carico del rider e incidono significativamente sul reddito netto.

In definitiva, la cifra di 8,65€ all’ora rappresenta una media astratta che non tiene conto della precarietà intrinseca del lavoro da rider. La mancanza di tutele, l’assenza di un contratto di lavoro tradizionale e la completa assenza di garanzie in caso di malattia o infortunio rendono la realtà lavorativa molto più complessa e precaria di quanto suggerisca una semplice media oraria. La discussione sul compenso dei rider, quindi, necessita di un approfondimento che vada oltre la semplice cifra e consideri la complessità del modello di lavoro a gig economy e le sue conseguenze sulla dignità e la sicurezza dei lavoratori. È necessario un dibattito pubblico approfondito per garantire condizioni di lavoro più eque e tutelate per questa categoria professionale in continua crescita.