Come chiamano la granita in Sicilia?

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In Sicilia, la granita è tradizionalmente chiamata rattata in dialetto siciliano. Questo termine deriva dal processo di preparazione originale, che prevedeva la grattatura del ghiaccio per ottenere la consistenza desiderata. Rattata riflette quindi la radice artigianale e la storia di questa specialità.

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Rattata: la tradizione siciliana della granita

La granita, delizia rinfrescante tipica dei mesi estivi, trova in Sicilia una sua particolare declinazione, conosciuta come “rattata”. Questo termine, di origine dialettale siciliana, racchiude in sé la storia e la tradizione di questo dolce.

La rattata deve il suo nome al processo di preparazione originale, che prevedeva la “rattatura” del ghiaccio. Con un apposito attrezzo, il ghiaccio veniva grattato finemente per ottenere la consistenza desiderata. Da questa operazione, che richiedeva notevole maestria artigianale, deriva il termine “rattata”.

La rattata si distingue dalla granita per la sua consistenza più grossolana, che ne esalta il gusto e la freschezza. Tradizionalmente, viene servita in un bicchiere di vetro o in una brioche, ed è disponibile in vari gusti, tra cui limone, mandorla, caffè e pistacchio.

In Sicilia, la rattata è un vero e proprio simbolo di convivialità e ristoro. È un dolce che accompagna da secoli le giornate calde, un momento di gratificazione da condividere con amici e familiari.

Oggi, la rattata viene preparata spesso utilizzando macchine elettriche che tritano il ghiaccio. Tuttavia, alcuni artigiani continuano a rispettare l’antica tradizione, grattando il ghiaccio a mano per ottenere un prodotto più autentico e dal sapore inimitabile.

La rattata rimane un elemento essenziale della cultura culinaria siciliana, un dolce che evoca i sapori e i profumi della tradizione. Che sia gustata come colazione, merenda o fine pasto, la rattata è un’esperienza sensoriale unica che rende indimenticabile ogni estate siciliana.