Come mai Cracco ha perso una stella Michelin?
Il trasferimento del ristorante di Carlo Cracco da via Victor Hugo alla Galleria Vittorio Emanuele a Milano ha comportato la perdita di una stella Michelin. Il regolamento della guida, infatti, prevede che il cambio di sede precluda leredità dei riconoscimenti ottenuti in precedenza.
Il Cielo di Milano non Brilla più come Prima: Cracco e la Stella Perduta
Carlo Cracco, chef simbolo dell’alta cucina italiana, volto noto della televisione e figura indiscussa del panorama gastronomico, ha visto una delle sue stelle Michelin svanire, un evento che ha suscitato curiosità e interrogativi tra appassionati e addetti ai lavori. La risposta, tuttavia, è meno legata a un calo di qualità che a una specifica regola della prestigiosa guida rossa: il trasferimento.
Cracco, per molti anni, ha fatto brillare la sua stella (o meglio, le sue stelle) nel ristorante di via Victor Hugo a Milano. Un tempio del gusto, un laboratorio di creatività culinaria che ha saputo conquistare i palati più esigenti. Ma la sua ambizione, la sua visione di una cucina accessibile e iconica, lo hanno spinto a intraprendere una sfida ambiziosa: trasferire il suo ristorante nel cuore pulsante di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II.
Questa scelta coraggiosa, dettata da un desiderio di maggiore visibilità e di un connubio tra alta cucina e patrimonio artistico-culturale, ha però comportato un prezzo. Il regolamento della Guida Michelin, severo e inflessibile in questo senso, stabilisce chiaramente che il cambio di sede di un ristorante comporta la perdita dei riconoscimenti precedentemente ottenuti. In sostanza, la stella Michelin non segue lo chef, ma rimane legata indissolubilmente alla location.
Questo principio, spesso criticato da alcuni ma difeso da altri, si basa sull’idea che l’esperienza gastronomica non sia determinata unicamente dalla bravura dello chef, ma anche dall’atmosfera, dall’ambiente e dal servizio offerto in un determinato luogo. La Michelin valuta l’insieme dell’esperienza, e un cambiamento radicale di sede, come quello affrontato da Cracco, viene interpretato come una ripartenza da zero.
La perdita della stella, quindi, non è un giudizio sulla qualità della cucina di Cracco, né sulla sua capacità di innovare e sorprendere. È semplicemente una conseguenza logica di una scelta strategica, un cambio di rotta che lo chef ha consapevolmente intrapreso.
Ora, Cracco si trova di fronte a una nuova sfida: riconquistare il prestigioso riconoscimento nella sua nuova casa, la Galleria Vittorio Emanuele II. Un compito arduo, che richiederà impegno, dedizione e la capacità di mantenere elevatissimi standard qualitativi, ma che rappresenta anche un’opportunità unica per reinventarsi e dimostrare, ancora una volta, il suo talento indiscusso. La partita è aperta e il cielo di Milano, gastronomico e non, è pronto ad accogliere nuove stelle. La domanda ora è: quanto tempo ci vorrà prima che la stella Michelin torni a brillare sul nome di Carlo Cracco in Galleria? Il verdetto, come sempre, spetta agli ispettori della Guida Rossa.
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