Come si chiama il tartufo?

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Il Tartufo bianco, detto anche Trifola, è considerato il più pregiato e viene chiamato anche Nero di Norcia. Tra le varietà meno pregiate troviamo il Tartufo bianchetto e il Tartufo nero estivo, detto anche Scorzone.

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Un mondo sotterraneo di sapori: alla scoperta dei tartufi

Il nome “tartufo” evoca immediatamente immagini di lusso, di profumi intensi e di un sapore inconfondibile che arricchisce i piatti più raffinati. Ma dietro questo termine generico si cela una straordinaria varietà di specie, ciascuna con caratteristiche organolettiche e un valore commerciale spesso molto differenti. La semplicità del nome cela infatti una complessità botanica e gastronomica notevole.

Il re indiscusso, il più ambito e celebrato, è il Tartufo bianco pregiato, scientificamente conosciuto come Tuber magnatum pico. Spesso chiamato anche Trifola, un nome che richiama la sua forma irregolare e nodosa, questo fungo ipogeo è un vero tesoro della cucina italiana, particolarmente apprezzato per il suo aroma intenso e delicato, con note agrumate e leggermente allusive al formaggio stagionato. Un’errata, seppur comune, denominazione lo associa al territorio umbro, definendolo Nero di Norcia. Questa appellativo, pur evocativo, è fuorviante, in quanto il Tartufo bianco pregiato non è un tartufo nero, ma appunto, bianco. La confusione probabilmente nasce dalla sua elevata concentrazione in quella zona, che gli conferisce una certa fama locale.

Ma il mondo dei tartufi non si limita al solo re bianco. Numerose altre specie, seppur meno pregiate in termini di valore economico, offrono sapori altrettanto interessanti e meritano di essere apprezzate. Tra queste, il Tartufo bianchetto, o Tuber borchii, si distingue per il suo aroma più delicato e persistente, che si presta ad accompagnare piatti più semplici, esaltando il sapore dei suoi ingredienti senza sovrastarli. La sua colorazione, come suggerisce il nome, è più chiara rispetto al Tartufo bianco pregiato.

Altra specie degna di nota è il Tartufo nero estivo, chiamato anche Scorzone (Tuber aestivum). Più diffuso e dal costo inferiore rispetto al tartufo bianco, presenta un aroma più intenso e persistente, con note terrose e di nocciola. La sua consistenza, più soda rispetto alle varietà bianche, lo rende ideale per essere grattugiato su pasta o utilizzato in preparazioni più elaborate.

In definitiva, il semplice nome “tartufo” nasconde un mondo affascinante di varietà, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche e inimitabili. Un mondo che va oltre il semplice valore economico, coinvolgendo aspetti culturali, tradizioni locali e un’arte culinaria capace di esaltare al meglio le sfumature organolettiche di questo prezioso dono della natura. La scoperta di questo universo sotterraneo di sapori è un viaggio sensoriale che merita di essere intrapreso.