Come si chiama quando mangi troppo?
Nel Binge Eating Disorder, si consumano eccessive quantità di cibo, anche senza fame, fino a star male. Questo avviene spesso in solitudine per vergogna e genera successivamente sentimenti di depressione, colpa e disgusto verso se stessi.
Oltre la “Mangiata”: Capire il Binge Eating Disorder
Mangiare troppo. Un’esperienza comune, forse, ma dietro l’apparente banalità di questa frase si cela una realtà spesso complessa e dolorosa: il Binge Eating Disorder (BED), un disturbo alimentare caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate incontrollate. Non si tratta semplicemente di “eccedere” occasionalmente, ma di un ciclo perverso che va ben oltre il semplice piacere del cibo, diventando una vera e propria spirale di sofferenza.
A differenza di altri disturbi alimentari, nel BED non vi è una condotta compensatoria, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi, tipica dell’anoressia o della bulimia. La caratteristica principale è l’ingestione, in un breve periodo di tempo (ad esempio, in un arco di due ore), di una quantità di cibo decisamente superiore a quella che una persona normalmente consumerebbe nello stesso lasso di tempo e nelle stesse circostanze. Questa abbuffata avviene spesso in solitudine, avvolta da un senso di vergogna e di profondo disagio che spinge chi ne soffre a nasconderla agli altri.
Il cibo, in questo caso, diventa una sorta di anestetico emotivo, un tentativo maldestro di placare un’angoscia interiore profonda. Spesso, l’abbuffata inizia senza che ci sia una vera e propria fame fisica; è piuttosto un’impulsiva reazione a stress, ansia, tristezza o noia. La sensazione di perdita di controllo durante l’episodio è un elemento cruciale per la diagnosi. Dopo l’abbuffata, sopraggiunge un’ondata di emozioni negative: senso di colpa, vergogna, auto-disgusto e depressione, che alimentano un circolo vizioso, rendendo ancora più probabili episodi successivi.
È importante sottolineare che il BED non è una semplice questione di forza di volontà. Si tratta di un disturbo complesso con radici psicologiche profonde, spesso legato a problematiche emotive preesistenti, traumi o esperienze negative. La sua diagnosi richiede l’intervento di un professionista, come uno psicologo o un psichiatra, che possa valutare la situazione individualmente e proporre un percorso terapeutico appropriato.
Contrastare il BED richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga la nutrizione, la psicoterapia e, in alcuni casi, anche la terapia farmacologica. L’obiettivo non è semplicemente la perdita di peso, ma la ricostruzione di un rapporto sano con il cibo e con il proprio corpo, imparando a gestire le emozioni e a sviluppare meccanismi di coping più sani ed efficaci. Rompere il silenzio e chiedere aiuto è il primo, fondamentale passo verso la guarigione e il recupero di una vita più serena e appagante.
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