Come si dividono i superalcolici?

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I superalcolici si suddividono in diverse categorie:

  • Acquaviti: distillati ottenuti dalla fermentazione di frutta, cereali o altri prodotti vegetali (ad esempio, grappa, vodka, whisky)
  • Brandy: distillati ottenuti dalla distillazione di vino (ad esempio, cognac, armagnac)
  • Rum: distillati ottenuti dalla fermentazione e distillazione della melassa o del succo di canna da zucchero
  • Gin: distillati aromatizzati con bacche di ginepro
  • Tequila: distillati ottenuti dalla fermentazione e distillazione del succo di agave
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Oltre la Gradazione: Un Viaggio nel Complesso Mondo dei Superalcolici

La semplicistica distinzione tra “superalcolici” spesso nasconde una straordinaria ricchezza di sfumature, un universo di sapori e tradizioni che si estende ben oltre la semplice gradazione alcolica. Classificare questi distillati richiede un approccio più articolato, che tenga conto non solo della materia prima, ma anche dei processi produttivi, delle tecniche di invecchiamento e, naturalmente, delle regioni di origine, ciascuna con la sua storia e il suo patrimonio enologico.

La classificazione più comune si basa sulla materia prima utilizzata nella fermentazione e successiva distillazione. Possiamo così distinguere diverse famiglie principali, ognuna con caratteristiche organolettiche uniche e spesso con ulteriori suddivisioni interne.

La Famiglia delle Acquaviti: Questa categoria abbraccia un vastissimo panorama di distillati, accomunati dalla provenienza da diverse materie prime fermentate. La grappa, distillato dalla vinaccia, rappresenta un esempio italiano di eccellenza, con infinite varianti legate al tipo di uva e alla tecnica di distillazione. La vodka, invece, ottenuta solitamente da cereali (frumento, segale, orzo), si distingue per la sua neutralità aromatica, risultando una base ideale per cocktail. Il whisky, con le sue numerose declinazioni (Scotch, Irish, Bourbon, Japanese…), rappresenta un vero e proprio universo a sé, caratterizzato dalla varietà di cereali impiegati, dalle tecniche di distillazione e, soprattutto, dal lungo processo di invecchiamento in botti di rovere.

I Distillati del Vino: Un capitolo a parte meritano i distillati ottenuti dalla distillazione del vino, con il brandy come capostipite. Il cognac, prodotto nella regione francese omonima, e l’armagnac, dalla vicina regione del Gers, sono esempi di brandy d’eccellenza, caratterizzati da un processo produttivo rigorosamente regolamentato e da un invecchiamento in botti di rovere che conferisce loro note complesse e raffinate.

Il Mondo Dolce dei Distillati da Zucchero: La melassa e il succo di canna da zucchero sono alla base del rum, un distillato che esprime una straordinaria varietà di profili aromatici a seconda della provenienza (Caraibi, America Centrale, ecc.) e del processo di produzione. La differenza tra rum agricoli (ottenuti direttamente dal succo di canna) e rum industriali (dalla melassa) influenza significativamente le caratteristiche organolettiche del prodotto finale.

Aromatizzati e Tipici: Al di fuori di queste grandi famiglie, troviamo distillati caratterizzati da aromatizzazioni specifiche. Il gin, ad esempio, deve la sua personalità alle bacche di ginepro, che conferiscono un aroma inconfondibile, ma esistono infinite varianti grazie all’aggiunta di altri botanicals. La tequila, distillato dal cuore dell’agave blu, rappresenta un distillato tipico del Messico, con diverse tipologie a seconda del processo di produzione e del tempo di invecchiamento.

In conclusione, la classificazione dei superalcolici è un viaggio complesso e affascinante, che va oltre una semplice lista di nomi. Osservare le diverse materie prime, i metodi di produzione e le tradizioni regionali ci permette di apprezzare appieno la ricchezza e la diversità di questo mondo, aprendo le porte a un’esperienza sensoriale completa e appagante.