Cosa si intende per processed food?

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Gli ingredienti culinari processati includono ingredienti ottenuti mediante processi come pressatura, raffinazione e macinazione. Servono per preparare, cucinare o condire alimenti non trasformati e comprendono sale, zucchero, oli vegetali e miele.

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Il Dilemma del Cibo Processato: Tra Necessità e Compromessi Nutrizionali

Nel labirinto dell’alimentazione moderna, l’espressione “cibo processato” risuona spesso come un campanello d’allarme, evocando immagini di scaffali traboccanti di prodotti industriali, ricchi di additivi e poveri di nutrienti. Ma cosa si intende esattamente per “cibo processato”? La definizione, in realtà, è più complessa di quanto si possa immaginare, abbracciando un ampio spettro di alimenti, dai più basilari ai più elaborati.

Innanzitutto, è fondamentale distinguere tra “alimento processato” e “alimento ultra-processato”. Quest’ultima categoria, spesso additata come la principale responsabile dei rischi per la salute, si riferisce a prodotti industriali formulati con ingredienti estratti da alimenti, come grassi idrogenati, amidi modificati e proteine isolate, combinati con additivi come coloranti, aromi artificiali, emulsionanti e conservanti. Si tratta di prodotti come merendine confezionate, bevande zuccherate, piatti pronti surgelati e snack ultra-trasformati, il cui consumo eccessivo è stato associato a un aumentato rischio di obesità, malattie cardiovascolari e diabete.

Tuttavia, la definizione di “cibo processato” è molto più ampia. Include, infatti, anche ingredienti culinari fondamentali che utilizziamo quotidianamente per preparare i nostri pasti. Pensiamo, ad esempio, a quegli ingredienti ottenuti attraverso processi di trasformazione fisica, come la pressatura per l’olio d’oliva, la raffinazione per lo zucchero bianco o la macinazione per la farina. Questi ingredienti, come il sale, lo zucchero, gli oli vegetali e il miele, sono essenziali per cucinare, condire e conservare gli alimenti non processati.

La loro presenza nelle nostre cucine è radicata nella storia dell’umanità. Il sale, ad esempio, è stato utilizzato fin dall’antichità per preservare gli alimenti, mentre lo zucchero, estratto dalla canna o dalla barbabietola, ha reso possibile la preparazione di dolci e conserve. Gli oli vegetali, ottenuti dalla spremitura di semi o frutti, sono indispensabili per cucinare e condire, apportando anche acidi grassi essenziali.

Il problema, dunque, non risiede tanto nella presenza di questi ingredienti “processati” nella nostra alimentazione, quanto nella quantità e nella qualità. Un consumo eccessivo di sale, zucchero e oli raffinati, soprattutto se di scarsa qualità, può avere effetti negativi sulla salute. Allo stesso modo, l’utilizzo eccessivo di additivi artificiali nei cibi ultra-processati può rappresentare un rischio per il nostro organismo.

La chiave per un’alimentazione sana ed equilibrata risiede, quindi, nella consapevolezza e nella moderazione. È importante privilegiare alimenti non processati, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi e carni magre, e utilizzare ingredienti culinari processati con parsimonia, scegliendo quelli di alta qualità, come olio extra vergine d’oliva, sale marino integrale e miele biologico.

In conclusione, il “cibo processato” non è necessariamente sinonimo di cibo “cattivo”. La distinzione fondamentale è tra ingredienti essenziali per la preparazione dei cibi e prodotti ultra-processati ricchi di ingredienti artificiali e poveri di nutrienti. Una scelta consapevole e un consumo moderato sono le chiavi per godere dei benefici del cibo, senza compromettere la nostra salute. È un equilibrio delicato, ma raggiungibile, che richiede informazione, consapevolezza e un pizzico di arte culinaria.