Qual è il cereale più coltivato al mondo?
A livello globale, la produzione di mais supera di gran lunga quella di altri cereali. Nel 2018/2019, la sua produzione ha raggiunto quasi 1,1 miliardi di tonnellate, lasciando indietro grano e riso con raccolti significativamente inferiori.
Il Re del Campo: Perché il Mais Regna Sovrano nell’Agricoltura Mondiale
Quando si parla di cereali, è facile pensare subito al grano, base imprescindibile della panificazione, o al riso, alimento fondamentale per miliardi di persone. Ma la realtà dei campi, a livello globale, ci rivela un sovrano incontrastato: il mais.
Questo cereale, originario del continente americano, ha conquistato il mondo e si è affermato come la coltura più diffusa e prodotta. I numeri parlano chiaro: nel periodo 2018/2019, la produzione mondiale di mais ha sfiorato l’impressionante cifra di 1,1 miliardi di tonnellate. Un dato sbalorditivo che lo posiziona ben al di sopra di grano e riso, i quali, pur rappresentando pilastri dell’alimentazione globale, non riescono a competere con la sua imponente resa.
Ma cosa rende il mais così vincente? Diversi fattori concorrono a questo primato. Innanzitutto, la sua versatilità. Il mais non è solo un alimento destinato al consumo umano diretto, sebbene costituisca la base dell’alimentazione in molte regioni del mondo, soprattutto in America Latina. È un ingrediente fondamentale nell’alimentazione animale, contribuendo significativamente alla produzione di carne, latte e uova. Inoltre, trova impiego in una vasta gamma di applicazioni industriali, dalla produzione di amido e dolcificanti (come lo sciroppo di mais ad alto fruttosio) alla produzione di biocarburanti, plastica biodegradabile e persino materiali da costruzione.
Un altro aspetto cruciale è la sua adattabilità. Il mais è una pianta relativamente rustica, capace di crescere in una varietà di climi e terreni, sebbene alcune varietà siano più adatte a specifiche condizioni ambientali. Questa capacità di adattamento ne ha permesso la diffusione in quasi ogni angolo del globo, dai climi temperati alle regioni tropicali e subtropicali.
Infine, non va sottovalutata l’importanza degli investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Nel corso degli anni, sono state sviluppate varietà di mais ad alto rendimento, resistenti a malattie e parassiti, e in grado di sopportare condizioni climatiche avverse. L’ingegneria genetica ha contribuito significativamente a questo processo, permettendo di creare piante più robuste e produttive.
Tuttavia, l’egemonia del mais solleva anche alcune questioni importanti. La monocultura intensiva di mais può avere impatti negativi sull’ambiente, come l’esaurimento del suolo, l’inquinamento delle acque e la perdita di biodiversità. Inoltre, la crescente domanda di mais per la produzione di biocarburanti può competere con la produzione alimentare, portando a un aumento dei prezzi e a problemi di sicurezza alimentare.
In conclusione, il mais si conferma il cereale più coltivato al mondo, un vero gigante dell’agricoltura globale. La sua versatilità, adattabilità e i continui investimenti nella sua produzione ne hanno decretato il successo. Tuttavia, è fondamentale considerare anche le implicazioni ambientali e sociali della sua predominanza, promuovendo pratiche agricole sostenibili e bilanciate per garantire un futuro in cui la produzione di mais contribuisca positivamente alla sicurezza alimentare e alla salvaguardia del pianeta.
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