Qual è la differenza tra pasticcio e lasagne?

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Nel Veneto orientale, lasagne indica le tagliatelle. Il termine pasticcio designa invece il piatto a strati con ragù, o varianti con funghi o radicchio, conosciuto altrove come lasagne.
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Lasagne o Pasticcio? Un’enigmatica questione veneta (e non solo)

La cucina, come la lingua, è un territorio ricco di sfumature e di dialetti. Ciò che in una regione è considerato un caposaldo culinario, in un’altra può assumere un significato completamente diverso, generando inevitabili confusioni, soprattutto per chi si approccia per la prima volta alle sue delizie. Un esempio lampante di questa varietà linguistica e gastronomica lo troviamo nella distinzione, presente nel Veneto orientale, tra “lasagne” e “pasticcio”. Una distinzione che, per chi proviene da altre regioni italiane, può risultare quantomeno sorprendente.

Nel cuore del Veneto orientale, infatti, la parola “lasagne” non evoca l’immagine del celebre piatto a strati, ma indica semplicemente le tagliatelle, quelle lunghe strisce di pasta all’uovo tanto apprezzate nella tradizione culinaria veneta. Si pensi all’iconica “lasagna al ragù” preparata dalle nonne: in questo contesto, le “lasagne” sono appunto le tagliatelle, non la composizione stratificata.

È qui che entra in scena il “pasticcio”. Questo termine, nel Veneto orientale, designa proprio quel succulento e ricco piatto a strati che nel resto d’Italia è comunemente conosciuto come “lasagne”. Si tratta di un’alternanza sapiente di sfoglie di pasta, ragù di carne (spesso un ricco e saporito sugo di manzo), besciamella e, a seconda delle varianti, altri ingredienti come funghi porcini, radicchio rosso, o persino spinaci e ricotta. Un’esplosione di sapori e consistenze che, pur condividendo la struttura a strati con le lasagne del resto d’Italia, viene denominata con un termine diverso, “pasticcio”, che rimanda alla ricchezza e alla complessità della preparazione.

Questa differenza terminologica evidenzia non solo la ricchezza lessicale regionale, ma anche una certa autonomia nella concezione stessa del piatto. Il “pasticcio” veneto, pur nella sua somiglianza strutturale con le lasagne, potrebbe presentare delle varianti nella ricetta, nella scelta degli ingredienti o nella tecnica di preparazione, riflettendo le tradizioni culinarie specifiche di quella zona. Potrebbe, ad esempio, impiegare una sfoglia più sottile o un ragù dalla consistenza più densa, o ancora prevedere l’aggiunta di aromi e spezie particolari.

In definitiva, la distinzione tra “lasagne” e “pasticcio” nel Veneto orientale non è solo una questione di parole, ma un esempio tangibile di come la cultura gastronomica sia profondamente legata al territorio e al suo linguaggio, creando un’affascinante varietà di tradizioni culinarie, ognuna con la sua storia e la sua identità. Una lezione che ci ricorda l’importanza di avvicinarci alla cucina con curiosità e rispetto per le diverse sfumature che arricchiscono il nostro patrimonio gastronomico nazionale.