Qual è la differenza tra vino brut e dry?

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Nei Prosecchi, il livello di dolcezza varia notevolmente. LExtra Brut è il più secco, con un residuo zuccherino inferiore a 5 grammi per litro. Il Brut è leggermente più dolce, contenendo tra i 6 e gli 11 grammi di zucchero per litro. LExtra Dry si posiziona come il più dolce tra i tre, con un residuo zuccherino compreso tra 12 e 17 grammi per litro.

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Brut, Extra Dry…e la dolce illusione del secco: guida alla dolcezza del Prosecco

Spesso, davanti ad uno scaffale di Prosecco, ci si trova di fronte a termini come “Brut”, “Extra Dry” e “Extra Brut” senza comprenderne appieno il significato. E se la parola “dry” evoca un’idea di secco, nel mondo delle bollicine italiane la realtà è ben diversa, quasi paradossale. Infatti, la scala di dolcezza del Prosecco riserva alcune sorprese, giocando con le percezioni e sfidando le intuizioni linguistiche.

Questo articolo fa chiarezza sui diversi livelli di dolcezza, sfatando il mito dell’Extra Dry come il più secco e guidando il lettore verso una scelta consapevole. Come vedremo, la terminologia può essere fuorviante e una conoscenza più approfondita è fondamentale per apprezzare al meglio le diverse sfumature del Prosecco.

Partiamo dal meno dolce: l’Extra Brut, vero campione di secchezza, con un residuo zuccherino inferiore ai 6 grammi per litro. Un’opzione ideale per chi cerca un gusto pulito, minerale e con una spiccata acidità, perfetto per accompagnare aperitivi e piatti delicati.

Segue il Brut, leggermente più morbido, con un residuo zuccherino compreso tra i 6 e i 17 grammi per litro. Questa categoria offre un buon equilibrio tra freschezza e una leggera dolcezza percepibile, rendendolo versatile e adatto a diverse occasioni.

Arriviamo infine all’Extra Dry, che, contrariamente a quanto suggerisce il nome, è il più dolce dei tre, con un residuo zuccherino che può variare tra i 12 e i 17 grammi per litro. Questa dolcezza più pronunciata si sposa bene con dessert a base di frutta, pasticceria non eccessivamente dolce e formaggi freschi.

La percezione della dolcezza, però, non dipende solo dal residuo zuccherino, ma anche dall’acidità e dalla struttura del vino. Un Prosecco Extra Dry con una buona acidità può comunque risultare fresco e piacevole, mentre un Brut poco acido può sembrare più dolce di quanto non sia in realtà.

Quindi, la prossima volta che sceglierete un Prosecco, ricordate che “Extra Dry” non significa necessariamente “più secco”. Leggete attentamente l’etichetta e lasciatevi guidare dal vostro palato, sperimentando le diverse categorie per scoprire quella che meglio si adatta ai vostri gusti. Solo così potrete apprezzare appieno la versatilità e la complessità di questo vino italiano, smettendo di cadere nella “dolce illusione” del secco.