Qual è la pianta più coltivata in Italia?

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Nel 2018, il frumento tenero ha primeggiato tra le coltivazioni italiane, superando le mele in termini di tonnellate prodotte. Seguono arance, patate, uva da tavola e pere, tutte con produzioni significative, ma inferiori al frumento.

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Il Re dei Campi Italiani: Alla Scoperta della Coltura Dominante

Quando si pensa all’agricoltura italiana, immagini vivaci di vigneti assolati, aranceti profumati e meleti rigogliosi affollano la mente. Tuttavia, dietro questa pittoresca immagine si cela un protagonista meno celebrato, ma fondamentale per l’economia e l’alimentazione del paese: il frumento tenero.

Sì, proprio lui, il grano tenero, la base per il pane quotidiano, la pizza e innumerevoli altri prodotti che caratterizzano la nostra tavola. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, nel 2018, e con ogni probabilità anche in anni successivi, è stato proprio il frumento tenero a primeggiare incontrastato tra le coltivazioni italiane in termini di tonnellate prodotte. Un vero e proprio re dei campi, silenzioso ma onnipresente.

Nonostante la rinomata eccellenza delle mele, delle arance, delle patate, dell’uva da tavola e delle pere, tutte eccellenze che contribuiscono a definire il panorama agroalimentare italiano, nessuna di queste coltivazioni ha eguagliato la produzione del frumento tenero. Un dato che sottolinea l’importanza strategica di questa coltura per la sicurezza alimentare del paese.

Perché proprio il frumento tenero? La risposta è complessa e multifattoriale. Innanzitutto, la versatilità di questo cereale lo rende indispensabile per un’ampia gamma di prodotti alimentari, dal pane alla pasta, dai biscotti ai dolci. La domanda interna è quindi elevatissima e costante. In secondo luogo, il frumento tenero si adatta bene a diverse condizioni climatiche e tipologie di terreno presenti sul territorio italiano, permettendo una coltivazione diffusa e diversificata. Infine, le politiche agricole e i finanziamenti europei hanno contribuito a sostenere la produzione di questo cereale, incentivando gli agricoltori a investire in questa coltura.

Tuttavia, il dominio del frumento tenero non deve oscurare le sfide che il settore agricolo italiano si trova ad affrontare. La competizione globale, i cambiamenti climatici e la necessità di pratiche agricole sempre più sostenibili impongono una riflessione profonda sul futuro dell’agricoltura e sulla necessità di diversificare le colture, valorizzando le specificità territoriali e promuovendo l’innovazione.

Il frumento tenero rimane, quindi, un pilastro fondamentale dell’agricoltura italiana, ma la sua supremazia non deve essere considerata un dato acquisito. È fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove varietà, migliorare le tecniche di coltivazione e promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo cruciale dell’agricoltura per il benessere del paese. Solo così potremo garantire un futuro prospero e sostenibile per il re dei campi italiani e per tutte le altre eccellenze che rendono unico il nostro patrimonio agroalimentare.