Quale sostanza tossica si forma con la cottura al vapore?

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La cottura ad alta temperatura di cibi amidacei genera acrilammide, una sostanza chimica di formazione naturale. La sua presenza negli alimenti è probabile fin dalle origini della cucina umana.

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Il lato oscuro del vapore: l’acrilammide e il mistero della cottura

La cottura al vapore, spesso lodata per la sua capacità di preservare vitamine e nutrienti, nasconde un segreto meno appetibile: la formazione di acrilammide, una sostanza chimica potenzialmente tossica. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è il vapore stesso il responsabile, bensì la reazione chimica che si innesca tra gli amminoacidi e gli zuccheri riducenti presenti negli alimenti, in particolare quelli ricchi di amido, quando sottoposti a temperature elevate.

La credenza popolare associa spesso l’acrilammide alla frittura o alla cottura alla griglia, ma la sua formazione, seppur in quantità generalmente inferiori, è possibile anche nella cottura a vapore, soprattutto se effettuata a temperature e pressioni elevate e per tempi prolungati. Il processo di formazione dell’acrilammide, noto come reazione di Maillard, è un fenomeno complesso che coinvolge numerose variabili, tra cui il tipo di alimento, il tempo di cottura e la temperatura raggiunta. Negli alimenti amidacei, come patate, pane, e cereali, la presenza di asparagina, un amminoacido, e di zuccheri riducenti come il glucosio e il fruttosio, crea il terreno fertile per questa reazione.

È importante sottolineare che la presenza di acrilammide negli alimenti non è un fenomeno recente. È probabile, anzi, che la sua formazione sia avvenuta fin dalle origini della cucina umana, seppure in quantità e concentrazioni variabili a seconda delle tecniche di cottura e degli alimenti utilizzati. La scoperta e la quantificazione dell’acrilammide negli alimenti sono relativamente recenti, ma la sua presenza, seppur a livelli bassi, suggerisce una possibile esposizione cronica per l’uomo.

La ricerca scientifica è ancora impegnata nello studio degli effetti a lungo termine dell’esposizione all’acrilammide. Sebbene non sia possibile stabilire una soglia di sicurezza assoluta, è fondamentale adottare pratiche di cottura che minimizzino la sua formazione. Questo può includere il controllo della temperatura di cottura, evitando temperature eccessivamente elevate e tempi di cottura prolungati, soprattutto per alimenti amidacei. Inoltre, la scelta di varietà di patate a basso contenuto di zuccheri riducenti può contribuire a ridurre la formazione di acrilammide.

In conclusione, la cottura al vapore, seppur salutare sotto molti aspetti, non è esente dal rischio di formazione di acrilammide. La consapevolezza di questo aspetto, unita all’adozione di pratiche di cottura consapevoli, contribuisce a ridurre l’esposizione a questa potenziale sostanza tossica, permettendoci di godere dei benefici della cottura al vapore minimizzando i rischi. La ricerca continua ad approfondire questo argomento complesso, e nuove conoscenze contribuiranno a definire sempre meglio le migliori strategie per una cucina sana e sicura.