Quali sono i formati tradizionali di pasta sarda?

0 visite

La cucina sarda vanta formati di pasta unici e radicati nella tradizione. Tra questi spiccano i malloreddus, piccoli gnocchetti rigati, e i culurgiones, ravioli ripieni. La fregola, simile al couscous, e le intricate lorighittas sono anchesse protagoniste. Completano il quadro i filindeu, i maccarones de busa, gli andarinos e il su pitzosu, pane-pasta tipico.

Commenti 0 mi piace

Un viaggio tra i formati di pasta sarda: un’eredità di gusto e tradizione

La Sardegna, terra di mare e di monti, custodisce gelosamente un patrimonio culinario ricco e variegato. Tra le sue eccellenze, la pasta si distingue per la singolarità delle forme e dei sapori, un vero e proprio viaggio sensoriale attraverso la storia e la cultura dell’isola. Dimenticate i classici spaghetti e penne, qui si aprono le porte a un universo di formati unici, tramandati di generazione in generazione.

I malloreddus, forse i più noti, sono piccoli gnocchi rigati, simili a conchiglie, che catturano perfettamente il sugo. Il loro nome, che in alcune varianti dialettali diventa gnocchetti sardi, evoca l’immagine di piccoli vitellini, a cui la loro forma arcuata ricorderebbe vagamente il dorso. Tradizionalmente conditi con ragù di salsiccia o con pomodoro e pecorino, rappresentano un piatto simbolo dell’isola.

Di tutt’altra fattura sono i culurgiones, veri e propri gioielli di pasta ripiena. Chiusi a mano con una raffinata tecnica a spiga, racchiudono un cuore di patate, menta, pecorino e aglio, a seconda della zona di produzione. Un ripieno delicato che si sposa alla perfezione con sughi semplici a base di pomodoro fresco e basilico.

La fregola, spesso paragonata al couscous per l’aspetto, si distingue per la consistenza e il gusto tostati, derivanti dalla particolare lavorazione. Le piccole sfere irregolari, ottenute sfregando la semola con acqua in un piatto di terracotta, vengono tostate in forno, acquisendo un aroma unico. Ideale con frutti di mare o verdure, offre un’esperienza gustativa originale e appagante.

Tra i formati più elaborati spiccano le lorighittas, piccoli anelli intrecciati a mano con una tecnica antica e laboriosa, tipica del paese di Morgongiori. La loro forma intricata, che ricorda piccoli orecchini, rappresenta un vero e proprio capolavoro di artigianalità. Tradizionalmente condite con un sugo semplice di pomodoro e basilico, esaltano la loro delicata consistenza.

Ma la varietà sarda non finisce qui. I filindeu, sottilissimi fili di pasta intrecciati a mano, sono considerati una delle paste più rare al mondo, preparate solo da poche donne a Nuoro per la festa di San Francesco. I maccarones de busa, bucati con un sottile ferretto, regalano una consistenza porosa che assorbe magnificamente il sugo. Gli andarinos, simili a grossi chicchi di riso, si prestano a minestre e zuppe. Infine, il su pitzosu, a metà strada tra pane e pasta, è un impasto sottile e croccante, cotto su pietra rovente, rappresentando un’altra testimonianza dell’antica tradizione culinaria sarda.

Ogni formato, con la sua forma e la sua storia, racconta un pezzo di Sardegna. Un’isola che attraverso la pasta esprime la sua identità, tramandando un’eredità di gusto e tradizione di inestimabile valore.