Quali sono le marche di pasta da non comprare?
Test condotti da Altroconsumo e Il Salvagente rilevano presenza di glifosato in diverse marche di pasta. Agnesi presenta i valori più alti, seguita da Garofalo e Divella. Marche come Rummo ed Esselunga mostrano concentrazioni decisamente inferiori.
Pasta sotto accusa: glifosato, quali marche evitare secondo i test?
La pasta, alimento simbolo della cucina italiana, finisce sotto la lente d’ingrandimento. Recenti test condotti da associazioni a tutela dei consumatori, come Altroconsumo e Il Salvagente, hanno rilevato la presenza di glifosato in diverse marche di pasta presenti sul mercato. Sebbene le quantità riscontrate siano al di sotto dei limiti di legge, la presenza di questo erbicida, classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), solleva preoccupazioni e spinge i consumatori a interrogarsi sulla qualità della pasta che portano in tavola.
Le analisi, che hanno passato al setaccio diverse marche di pasta di semola di grano duro, hanno evidenziato un quadro a luci e ombre. Alcune marche, infatti, hanno mostrato concentrazioni di glifosato significativamente più elevate rispetto ad altre. In cima alla lista nera, secondo i test, troviamo Agnesi, con i valori più alti registrati. A seguire, con concentrazioni comunque rilevanti, troviamo Garofalo e Divella.
Non tutte le marche, però, presentano lo stesso livello di contaminazione. Rummo ed Esselunga, ad esempio, si distinguono positivamente, mostrando concentrazioni di glifosato decisamente inferiori rispetto alle marche citate in precedenza. Questo dato evidenzia come sia possibile, attraverso una selezione accurata delle materie prime e processi produttivi rigorosi, limitare la presenza di questo controverso erbicida nel prodotto finito.
È importante sottolineare che, pur essendo presenti tracce di glifosato, le quantità rilevate nelle analisi rimangono entro i limiti di legge. Tuttavia, la presenza stessa di questa sostanza, seppur in tracce, apre un dibattito sulla necessità di adottare misure più stringenti per garantire la sicurezza alimentare e tutelare la salute dei consumatori. La scelta di consumare pasta con livelli di glifosato più bassi è un diritto di ogni consumatore, e la trasparenza da parte dei produttori è fondamentale per permettere scelte consapevoli.
Oltre alla scelta della marca, è importante ricordare che un’alimentazione varia ed equilibrata è la chiave per una dieta sana. Diversificare le fonti di carboidrati, alternando la pasta con altri cereali, legumi e pseudocereali, contribuisce a ridurre l’esposizione a potenziali contaminanti e a garantire un apporto nutrizionale completo.
In attesa di normative più stringenti che limitino ulteriormente la presenza di glifosato negli alimenti, i consumatori possono orientarsi verso le marche che hanno dimostrato maggiore attenzione alla qualità delle materie prime e ai processi produttivi, consultando i risultati dei test condotti dalle associazioni dei consumatori e privilegiando la trasparenza delle informazioni fornite dalle aziende.
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