Quanti giorni deve stare il prosciutto sotto sale?

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Il prosciutto viene salato in due fasi. La prima dura 4-7 giorni, poi viene pulito e risalato. La seconda salatura, in cella frigorifera, dura dai 10 ai 21 giorni, variando in base al peso.

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Il sale del tempo: la doppia salatura del prosciutto

Il prosciutto, prelibatezza italiana apprezzata in tutto il mondo, deve il suo sapore caratteristico e la sua longevità ad un processo di conservazione antico e sapiente: la salatura. Non si tratta di un semplice gesto, ma di un’arte che si sviluppa in due fasi cruciali, ognuna con una durata specifica e un’importanza fondamentale per la riuscita del prodotto finale.

La prima fase, detta anche prima salagione, è un vero e proprio abbraccio di sale marino che avvolge la coscia di suino appena lavorata. Questa immersione dura da un minimo di 4 ad un massimo di 7 giorni. Durante questo periodo, il sale inizia la sua opera di disidratazione, estraendo l’umidità dalla carne e creando un ambiente sfavorevole alla proliferazione batterica. È un passaggio delicato, in cui la quantità di sale e la durata dell’applicazione devono essere attentamente calibrate in base alle dimensioni e al peso del prosciutto. Al termine di questa prima fase, il prosciutto viene accuratamente pulito, eliminando il sale in eccesso e preparando la coscia per la fase successiva.

Segue poi la seconda salagione, un processo più lungo e raffinato che si svolge in un ambiente controllato: la cella frigorifera. Qui, il prosciutto viene nuovamente salato, ma questa volta il processo è più lento e graduale, grazie alle basse temperature. La durata di questa seconda fase è variabile e dipende principalmente dal peso del prosciutto. Si va da un minimo di 10 giorni per i prosciutti più piccoli, fino ad un massimo di 21 giorni per quelli più grandi. Questa lenta penetrazione del sale nel cuore della carne è fondamentale per garantire una stagionatura uniforme e completa, donando al prosciutto il suo inconfondibile sapore e la sua consistenza.

La doppia salatura, quindi, non è un semplice procedimento ripetitivo, ma un processo articolato in cui ogni fase ha un ruolo preciso e contribuisce in modo determinante alla qualità finale del prodotto. La prima salagione agisce in modo rapido e intenso, avviando il processo di conservazione. La seconda, più lenta e controllata, perfeziona la penetrazione del sale e prepara il prosciutto alla lunga stagionatura che lo trasformerà in una vera e propria eccellenza gastronomica. Il tempo, scandito dai granelli di sale, è l’ingrediente segreto che trasforma una semplice coscia di suino in un capolavoro di gusto e tradizione.