Quanti tipi di alcol ci sono?

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Le bevande alcoliche si suddividono in quattro categorie principali: fermentate, distillate, fortificate e liquori/creme.
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Oltre il Bicchiere: Un Viaggio nella Multiforme Famiglia degli Alcoli

Il semplice gesto di sollevare un bicchiere di vino, di sorseggiare un cocktail o di gustare un bicchierino di liquore cela una complessità sorprendente. Dietro la piacevolezza del gusto e l’effetto euforizzante si nasconde un mondo vasto e articolato di bevande alcoliche, classificabili, nella loro essenza, in quattro grandi categorie: fermentate, distillate, fortificate e liquori/creme. Ma la distinzione, come spesso accade, è più sfumata di quanto possa apparire a prima vista, aprendo le porte a un’incredibile varietà di sapori e tradizioni.

Le bevande fermentate rappresentano la forma più antica e naturale di produzione alcolica. Attraverso l’azione di lieviti, gli zuccheri contenuti in materie prime come uva, cereali, frutta o miele vengono trasformati in alcol etilico e anidride carbonica. Questa categoria abbraccia una gamma sconfinata, dai vini – rossi, bianchi, rosati, spumanti, ognuno con le sue peculiarità legate al vitigno, al terroir e alle tecniche di vinificazione – alle birre, con la loro infinita declinazione di stili, dal pilsner all’IPA, passando per le stout e le trappiste. Anche il sidro, il sakè e il pulque ricadono sotto questa ampia classificazione, dimostrando la diversità culturale e geografica legata alle fermentazioni.

Le bevande distillate nascono invece da un processo successivo alla fermentazione: la distillazione. Questo procedimento separa l’alcol etilico dagli altri componenti della miscela fermentata, concentrando la gradazione alcolica. La varietà è altrettanto notevole: dalla vodka, distillata da cereali o patate, al whisky, ottenuto dalla distillazione di cereali fermentati, passando per il rum (dalla canna da zucchero), il tequila (dall’agave), il gin (da cereali e bacche di ginepro) e il cognac (dall’uva). Ogni distillato porta con sé il carattere unico della materia prima e del processo produttivo, regalando esperienze sensoriali profondamente diverse.

Le bevande fortificate rappresentano un punto di incontro tra fermentazione e distillazione. Si tratta di vini ai quali viene aggiunta una miscela alcolica distillata, solitamente brandy, aumentando così la gradazione alcolica e la complessità aromatica. Il Porto, lo Sherry e il Marsala sono esempi emblematici di questa categoria, ognuno con la sua storia, le sue tecniche produttive e le sue note organolettiche uniche. La fortificazione arricchisce il profilo aromatico e conferisce una maggiore capacità di invecchiamento.

Infine, i liquori e le creme rappresentano il culmine della trasformazione, un connubio tra alcol e aromi. Si ottengono aggiungendo all’alcol distillato (spesso neutro) una grande varietà di ingredienti: estratti vegetali, spezie, frutta, miele, crema. La gamma spazia da liquori classici come il limoncello e l’amaretto a creazioni più complesse e innovative. La loro caratteristica principale sta nella dolcezza e nell’intensità aromatica, che li rende perfetti per la preparazione di cocktail o per essere gustati lisci, magari a fine pasto.

In definitiva, la classificazione delle bevande alcoliche, seppur utile, non riesce a racchiudere appieno la ricchezza e la complessità di un mondo in continua evoluzione, dove tradizione e innovazione si fondono per regalare esperienze sensoriali uniche e indimenticabili. Ogni bevanda, infatti, è un racconto, una storia intessuta di terroir, tecniche e cultura.