Quanto costa una colazione da Cannavacciuolo?

La colazione “stellata” di Cannavacciuolo: un lusso accessibile?

Antonino Cannavacciuolo, nome sinonimo di alta cucina e stelle Michelin, è un’icona gastronomica indiscussa. Ma quanto costa concedersi una semplice colazione presso uno dei suoi locali? La questione, apparentemente banale, apre un interessante dibattito sul rapporto tra aspettative, brand e prezzo.

La percezione comune, alimentata dalla fama dello chef, suggerisce una colazione dai costi proibitivi. La realtà, almeno per quanto riguarda il prezzo di un semplice dolce, si rivela sorprendentemente… accessibile. Una brioche, ad esempio, viene proposta ad un prezzo di 2,90 euro. Una cifra, a prima vista, non eccessivamente elevata se confrontata con le tariffe di molti bar cittadini. Solo venti centesimi in più rispetto alla media, un divario irrisorio che potrebbe persino sfuggire all’occhio del consumatore meno attento.

Questo dato, tuttavia, non deve trarre in inganno. Il prezzo di una brioche non può rappresentare la totalità dell’esperienza “Cannavacciuolo”. Il valore aggiunto, in questo caso, non risiede nella singola brioche, ma nel contesto più ampio: l’ambientazione, il servizio impeccabile, la qualità degli ingredienti – probabilmente superiori alla media – e, soprattutto, l’aura di prestigio che circonda il marchio. Si paga, dunque, un’esperienza sensoriale completa, un’immersione nell’universo gastronomico dello chef stellato, ben oltre il semplice costo del prodotto.

La colazione da Cannavacciuolo, quindi, non è semplicemente una colazione. È un’esperienza, un piccolo lusso che si colloca in una fascia di prezzo che, considerando la qualità percepita e il contesto, risulta forse giustificata, ma non certo economica. Il costo di una brioche, isolato dal contesto, potrebbe sembrare modesto. Ma l’accesso a questo mondo di raffinatezza e professionalità ha inevitabilmente un costo che va ben oltre il prezzo di un semplice cornetto. La questione, dunque, non è tanto se sia “caro” o “economico”, ma se il valore percepito giustifichi la spesa per chi sceglie di far colazione in uno dei suoi locali. E questa, alla fine, è una valutazione profondamente soggettiva.