Quanto fattura mediamente un bar?

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I bar italiani registrano un fatturato medio annuo di 465.000 euro. Tuttavia, a causa delle elevate spese di gestione, il guadagno netto si riduce a una percentuale irrisoria di tale cifra.

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Dietro al banco: la realtà economica dei bar italiani

Il profumo del caffè appena fatto, il chiacchiericcio dei clienti, la frenesia del servizio: l’immagine del bar italiano è intrisa di fascino e tradizione. Ma dietro la scenografia pittoresca si cela una realtà economica complessa, spesso caratterizzata da margini di profitto sorprendentemente bassi. Se il dato medio di un fatturato annuo di 465.000 euro può sembrare consistente, la verità è ben diversa, e si cela nella sottile differenza tra incasso e guadagno netto.

Infatti, quel mezzo milione di euro rappresenta spesso l’incasso lordo, un numero che, seppur significativo, viene drasticamente ridimensionato dalle ingenti spese di gestione che gravano sul settore. Il costo delle materie prime, in costante aumento, rappresenta una fetta importante: caffè, bevande, prodotti alimentari, tutto contribuisce a un’uscita finanziaria rilevante. A questa si aggiungono le spese per il personale, spesso costoso considerando gli orari di lavoro estesi e la necessità di personale qualificato per la preparazione di cocktail e altre specialità.

Ma le voci di spesa non si fermano qui. L’affitto del locale, in particolare nelle zone più centrali e di maggiore affluenza, rappresenta un costo considerevole, spesso sproporzionato rispetto alle dimensioni del bar. Si sommano poi le spese per le utenze (energia elettrica, acqua, gas), le tasse e i contributi previdenziali, le manutenzioni ordinarie e straordinarie, la pubblicità e il marketing, seppur spesso limitati alle strategie di fidelizzazione della clientela locale. Infine, è importante considerare l’ammortamento degli arredi, delle attrezzature e delle macchine, elementi essenziali per il funzionamento del locale e che richiedono investimenti iniziali importanti.

Il risultato di questa somma di voci di costo, spesso sottovalutata, è un guadagno netto che, in molti casi, si riduce a una frazione irrisoria del fatturato lordo. Questo spiega perché tanti baristi, nonostante l’apparente successo del loro locale, lavorano incessantemente con margini di profitto estremamente ridotti, che spesso non riescono a garantire un adeguato reddito o un futuro certo per l’attività.

La competizione, poi, è spietata. La proliferazione di nuove attività e la presenza di grandi catene con strategie di marketing aggressive mettono sotto pressione i piccoli bar, spingendoli a ridurre i margini di profitto per mantenere la competitività. Di conseguenza, la sostenibilità economica di molti esercizi diventa un tema cruciale, che richiede una profonda riflessione sulle strategie di gestione e sulla necessità di una maggiore attenzione alla razionalizzazione delle spese e alla diversificazione dell’offerta.

In conclusione, l’immagine romantica del bar italiano deve essere contestualizzata con la realtà dei numeri. Un fatturato di 465.000 euro non si traduce automaticamente in un successo economico, ma evidenzia invece la fragilità di un settore che, per sopravvivere e prosperare, necessita di maggiore attenzione alle dinamiche economiche e di politiche di supporto che ne garantiscano la vitalità e la sostenibilità nel lungo termine.