Come si misura l'altezza degli edifici in base alla legge 818?

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Laltezza di un edificio, ai fini della Legge 818, si determina misurando la distanza verticale tra il punto più basso del piano esterno e la base dellapertura più alta dellultimo piano abitabile o agibile, escludendo vani tecnici.

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Misurare l’altezza degli edifici secondo la Legge 818: chiarezza e implicazioni pratiche

La Legge 818/89, pur non essendo specificamente dedicata alla misurazione dell’altezza degli edifici, ne definisce implicitamente il criterio attraverso le sue disposizioni relative alla disciplina delle costruzioni e, in particolare, alle norme di sicurezza. La determinazione dell’altezza, infatti, è cruciale per la classificazione degli edifici e l’applicazione delle relative norme urbanistiche e di sicurezza. Ma come avviene concretamente questa misurazione? Il testo di legge non fornisce una definizione esplicita, ma la prassi consolidata e l’interpretazione giurisprudenziale hanno portato a stabilire un metodo preciso.

Secondo l’interpretazione prevalente, l’altezza di un edificio ai fini della Legge 818 si determina misurando la distanza verticale tra il punto più basso del piano esterno a terra e la base dell’apertura più alta dell’ultimo piano abitabile o agibile. È fondamentale sottolineare l’esclusione dei vani tecnici, come ad esempio locali di servizio, soppalchi non abitabili o terrazze di copertura non accessibili, che, pur contribuendo all’altezza complessiva della struttura, non influenzano la classificazione ai fini della normativa in oggetto.

Questa definizione, apparentemente semplice, richiede un’attenta analisi per evitare ambiguità. Il “punto più basso del piano esterno a terra” deve essere determinato con precisione, tenendo conto di eventuali dislivelli del terreno o di opere di urbanizzazione. Analogamente, l’individuazione dell’“apertura più alta dell’ultimo piano abitabile o agibile” richiede un’accurata ispezione per identificare la finestra, il balcone o qualsiasi altro tipo di apertura che si trovi alla quota più elevata. In caso di presenza di abbaini o lucernari, questi ultimi non vengono considerati, poiché non rappresentano aperture principali accessibili.

Le implicazioni pratiche di una corretta misurazione dell’altezza secondo la Legge 818 sono rilevanti. Una misurazione errata può comportare l’applicazione di normative errate, con conseguenze che possono andare da sanzioni amministrative a problemi di sicurezza strutturale. L’importanza di affidare questa operazione a professionisti competenti, quali geometri o ingegneri, è quindi evidente. Essi, grazie alla loro esperienza e alle conoscenze specifiche, possono garantire la corretta applicazione del metodo di misurazione e la conseguente classificazione dell’edificio secondo i parametri previsti dalla legge, evitando possibili contenziosi e garantendo la conformità alle normative vigenti.

In conclusione, la misurazione dell’altezza degli edifici secondo i criteri interpretativi della Legge 818, seppur non esplicitamente dettagliata nel testo normativo, richiede un approccio rigoroso e professionale. La precisione nella determinazione delle quote e la corretta identificazione delle parti dell’edificio da considerare sono cruciali per evitare errori che potrebbero avere importanti conseguenze legali e di sicurezza.