Quali sono i titoli di preferenza nei concorsi?

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Nei concorsi pubblici, a parità di merito, la preferenza è data a chi ha più figli a carico, a prescindere dallo stato civile. Seguono coloro che hanno prestato servizio lodevole nella pubblica amministrazione e, infine, i candidati più giovani.

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La sottile gerarchia dei pari merito: i titoli di preferenza nei concorsi pubblici

Superare un concorso pubblico richiede impegno, studio e dedizione. Ma cosa succede quando, dopo le prove, più candidati ottengono lo stesso punteggio? Entra in gioco un meccanismo spesso poco conosciuto, quello dei titoli di preferenza, che stabilisce una sottile gerarchia tra i pari merito, determinando chi si aggiudicherà l’ambito posto.

La legge italiana, nel tentativo di tutelare determinate categorie di cittadini, prevede infatti una serie di criteri per “sbrogliare la matassa” dei punteggi identici. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di privilegi arbitrari, ma di criteri stabiliti per legge e applicati in modo oggettivo dalle commissioni esaminatrici.

Il primo e più rilevante titolo di preferenza è rappresentato dal numero di figli a carico. A parità di merito, avrà la precedenza il candidato con il maggior numero di figli, indipendentemente dallo stato civile (coniugato, separato, divorziato o single). Questo criterio, volto a sostenere le famiglie numerose, non considera l’età dei figli, ma solo il loro effettivo status di “a carico” ai sensi di legge.

Successivamente, la preferenza è accordata a coloro che hanno prestato servizio lodevole nelle pubbliche amministrazioni. Questo criterio premia l’esperienza e la dedizione dimostrata in precedenti impieghi pubblici. È importante sottolineare che non basta aver lavorato nella PA, ma è necessario aver ottenuto una valutazione positiva del servizio prestato, documentata da specifici attestati. La “lodevolezza” del servizio, quindi, rappresenta un elemento cruciale per poter beneficiare di questa preferenza.

Infine, a parità di tutti gli altri criteri, la preferenza è data al candidato più giovane. Questo criterio, apparentemente meno “pesante” dei precedenti, può comunque rivelarsi determinante in situazioni di stallo. Rappresenta un incentivo all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro pubblico e un riconoscimento, seppur indiretto, del potenziale di crescita e di apporto innovativo che possono offrire.

È fondamentale sottolineare che questi titoli di preferenza si applicano esclusivamente a parità di merito. Un punteggio più alto, anche di un solo decimale, prevale su qualsiasi titolo di preferenza. Inoltre, l’ordine di applicazione dei criteri è rigoroso: prima i figli a carico, poi il servizio lodevole e infine l’età.

Conoscere questi meccanismi è importante non solo per i candidati, che possono valutare la propria posizione in graduatoria, ma anche per garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure concorsuali. La competizione, infatti, deve essere basata prima di tutto sul merito, ma in caso di parità, la legge prevede criteri oggettivi e predefiniti per garantire una selezione equa e motivata.