Quando staccano la luce per mancato pagamento?

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Se il pagamento non viene effettuato entro 40 giorni dal ricevimento della comunicazione, il gestore può avviare le procedure di limitazione, sospensione o disattivazione della fornitura.

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Il buio arriva dopo 40 giorni: quando il mancato pagamento spegne la luce (e cosa fare per evitarlo)

La bolletta della luce è arrivata, ma tra impegni e imprevisti, la scadenza è sfuggita di mano. Quanti di noi si sono trovati in questa spiacevole situazione? La prospettiva di rimanere al buio non è certo allettante, ma è importante comprendere i tempi e le procedure che i gestori energetici adottano in caso di mancato pagamento.

La norma generale, seppur con possibili variazioni a seconda del fornitore e del tipo di contratto, prevede un termine di 40 giorni dalla ricezione della comunicazione di sollecito per regolarizzare la propria posizione debitoria. È fondamentale sottolineare che questo lasso di tempo non inizia dalla data di scadenza della bolletta, bensì dal momento in cui il cliente riceve la comunicazione formale di mancato pagamento. Tale comunicazione, solitamente inviata tramite posta raccomandata o PEC, contiene informazioni precise sulla cifra dovuta e sulla data entro la quale effettuare il pagamento.

Superati i fatidici 40 giorni, il gestore può legittimamente avviare le procedure di interruzione del servizio. Queste procedure, però, non sono immediate e prevedono generalmente fasi intermedie:

  • Limitazione del servizio: In alcuni casi, prima della sospensione completa, il gestore potrebbe optare per una limitazione della potenza erogata, riducendo la quantità di energia disponibile. Questa misura, meno drastica della sospensione totale, mira a incentivare il cliente a saldare il debito prima di arrivare a un’interruzione completa.

  • Sospensione del servizio: Se la morosità persiste, il gestore procederà alla sospensione effettiva della fornitura elettrica. In questa fase, l’utenza rimane priva di energia elettrica fino al completo saldo del debito e alla successiva richiesta di riattivazione del servizio. La riattivazione, ovviamente, comporta ulteriori costi a carico del cliente.

  • Disattivazione del servizio: Nel caso di morosità persistente e reiterata, il fornitore potrebbe arrivare alla disattivazione definitiva del contratto. Questa è la fase più grave e comporta la necessità di stipulare un nuovo contratto di fornitura, con possibili conseguenze sul merito creditizio del cliente.

Come evitare l’interruzione del servizio:

La prevenzione è la miglior cura. Ecco alcuni consigli per evitare di ritrovarsi al buio:

  • Organizzare un sistema di pagamento automatico: Adottare un metodo di pagamento automatico, come addebito diretto sul conto corrente o carta di credito, elimina il rischio di dimenticare la scadenza.

  • Monitorare la propria posta: Controllare regolarmente la propria casella di posta, sia fisica che elettronica, per non perdere le comunicazioni importanti del fornitore.

  • Contattare il gestore in caso di difficoltà: In caso di difficoltà economiche, è fondamentale contattare il proprio fornitore di energia elettrica per concordare un piano di pagamento rateizzato. Molti gestori sono disponibili a offrire soluzioni flessibili per evitare l’interruzione del servizio.

In definitiva, la conoscenza delle procedure e la tempestività nell’affrontare eventuali problemi di pagamento sono fondamentali per evitare spiacevoli sorprese e rimanere connessi alla rete elettrica. Ricordate che la comunicazione con il vostro fornitore è il primo passo per risolvere qualsiasi problema di morosità.