Perché il bambino morde la mamma?

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Dopo lanno di età, i bambini iniziano a comprendere luso del morso come forma di comunicazione. Lo utilizzano per esprimere disagio, frustrazione o richieste di attenzione: Lasciami in pace, Non infastidirmi, Dammi ciò che è mio. Crescendo, il morso diventa sempre più comune in situazioni di irritazione o insoddisfazione.

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Il morso del bambino: un linguaggio da decifrare

Il morso, gesto apparentemente aggressivo, è per il bambino piccolo, soprattutto dopo il primo anno di età, un vero e proprio strumento di comunicazione, un linguaggio ancora grezzo con cui esprime una gamma di emozioni e bisogni complessi che non riesce ancora a verbalizzare. Non si tratta di cattiveria, ma di un tentativo, a volte disperato, di farsi capire. Pensate a un adulto che, privo di parole, si trova in una situazione di disagio: potrebbe ricorrere a gesti estremi per attirare l’attenzione. Per il bambino, il morso rappresenta proprio questo: un’azione forte e immediata che produce una reazione, un feedback tangibile da parte dell’ambiente circostante, in particolare della figura di riferimento principale, spesso la mamma.

“Lasciami in pace”, “Non infastidirmi”, “Dammi ciò che è mio”: queste sono solo alcune delle possibili traduzioni del morso del bambino. La frustrazione di non poter afferrare un oggetto desiderato, il fastidio di un contatto fisico non gradito, la richiesta di attenzione materna esclusiva, sono tutte potenziali scintille che innescano questo comportamento. Immaginate un bambino che, ancora incapace di articolare una frase, desidera ardentemente il giocattolo del fratello maggiore. La sua incapacità di esprimere questo desiderio a parole, unita alla frustrazione di non poterlo ottenere, può tradursi in un morso impulsivo, diretto verso il fratello o, a volte, persino verso la madre, percepita come colei che potrebbe risolvere la situazione.

Con la crescita, e quindi con l’acquisizione di maggiori competenze linguistiche e relazionali, il morso dovrebbe progressivamente diminuire, sostituito da forme di comunicazione più evolute. Tuttavia, la sua persistenza, o la sua ricomparsa in fasi successive, può indicare la presenza di difficoltà nella gestione delle emozioni, in particolare rabbia e frustrazione. In questi casi, il morso diventa un campanello d’allarme, un segnale che il bambino sta ancora lottando per trovare strategie più efficaci per esprimere il proprio disagio. Osservare il contesto in cui si manifesta il morso, cercando di individuare i possibili fattori scatenanti, è fondamentale per comprendere il messaggio che il bambino sta cercando di comunicare. Solo così sarà possibile intervenire in modo mirato, aiutandolo a sviluppare strumenti comunicativi più adeguati e a gestire le proprie emozioni in modo costruttivo.