Quale latte dare a un anno?

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Per contrastare lobesità infantile, diverse società scientifiche, come lAmerican Academy of Pediatrics e la Canadian Pediatric Society, raccomandano di introdurre il latte parzialmente scremato dopo i due anni, favorendo il latte intero fino a quelletà.
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Latte a un anno: un mare di dubbi, un approccio equilibrato

Il primo anno di vita è un periodo di crescita esponenziale per il bambino, e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo psicofisico. Tra le domande più frequenti poste dai genitori, quella sul tipo di latte da somministrare dopo i sei mesi, quando l’allattamento al seno o la formula infantile iniziano ad essere integrati, è sicuramente tra le più delicate. Spesso, infatti, si crea confusione tra le diverse tipologie di latte vaccino disponibili (intero, parzialmente scremato, scremato) e le indicazioni, a volte contrastanti, provenienti da diverse fonti. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di garantire un apporto nutrizionale adeguato, tenendo conto anche della sempre più pressante problematica dell’obesità infantile.

Diversi enti scientifici di prestigio internazionale, tra cui l’American Academy of Pediatrics e la Canadian Pediatric Society, hanno espresso una chiara raccomandazione: preferire il latte intero fino ai due anni di età. Questa indicazione, apparentemente in contrasto con la tendenza a prediligere cibi a basso contenuto di grassi, si fonda su solide basi scientifiche. Infatti, i grassi presenti nel latte intero sono essenziali per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del bambino nei primi anni di vita, contribuendo alla crescita e allo sviluppo ottimale di tutte le funzioni corporee. La presenza di acidi grassi essenziali, come gli omega-3 e gli omega-6, risulta cruciale per la maturazione del sistema nervoso centrale e per la formazione delle guaine mieliniche, fondamentali per la trasmissione degli impulsi nervosi.

Questo non significa, però, dare libero sfogo al consumo indiscriminato di latte intero. La moderazione rimane un principio fondamentale. L’apporto calorico giornaliero deve essere adeguato alle esigenze individuali del bambino, tenendo conto di fattori come peso, altezza, attività fisica e sviluppo generale. È quindi importante affidarsi ai consigli del pediatra di fiducia, che saprà indicare la quantità giornaliera di latte adatta al proprio figlio, considerando anche l’apporto di altri nutrienti provenienti dalla dieta.

L’introduzione del latte parzialmente scremato, secondo le linee guida delle società scientifiche citate, dovrebbe avvenire dopo i due anni, con una progressiva riduzione del contenuto di grassi. Questo approccio, bilanciato e graduale, mira a prevenire l’insorgenza di obesità infantile, senza compromettere la crescita e lo sviluppo del bambino nei primi anni di vita, quando il fabbisogno di grassi è maggiore. La prevenzione dell’obesità infantile passa anche attraverso una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, e un’attività fisica regolare.

In conclusione, la scelta del tipo di latte da somministrare al bambino a un anno è una decisione che deve essere presa in accordo con il pediatra, tenendo conto delle specifiche esigenze individuali del piccolo e delle più recenti evidenze scientifiche. Privilegiare il latte intero fino ai due anni, per poi passare gradualmente a quello parzialmente scremato, sembra essere l’approccio più corretto per garantire un’adeguata crescita e sviluppo, senza incorrere nei rischi legati all’obesità infantile. La consulenza del pediatra rimane, comunque, l’elemento imprescindibile per un percorso alimentare sicuro ed efficace.