Quando mi devo preoccupare che un bimbo non cammina?

0 visite

È consigliabile consultare un medico se un bambino non cammina a 18 mesi. Un controllo è consigliabile anche se, entro i 15 mesi, il bambino non mostra significativi progressi nello sviluppo motorio o difficoltà nel muovere gli arti. Un parere specialistico può aiutare a identificare precocemente eventuali problemi.

Commenti 0 mi piace

Quando l’attesa si fa preoccupazione: quando un bambino non cammina?

Osservare un bambino crescere è un viaggio meraviglioso, costellato di piccole conquiste che riempiono il cuore di gioia e orgoglio. Rotolare, gattonare, tirarsi su, e finalmente… camminare! Quest’ultima tappa è particolarmente significativa, simbolo di autonomia e indipendenza. Ma cosa succede se il tempo passa e il bambino non sembra ancora pronto a muovere i primi passi? Quando l’attesa deve trasformarsi in preoccupazione?

Ogni bambino ha i propri tempi e non esiste una regola fissa valida per tutti. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle tappe fondamentali dello sviluppo motorio e sapere quando è opportuno consultare un medico.

La soglia dei 18 mesi: un campanello d’allarme.

Generalmente, si considera che un bambino dovrebbe camminare, seppur in maniera incerta e traballante, intorno ai 12-15 mesi. Tuttavia, se il bambino non cammina autonomamente a 18 mesi, è consigliabile un consulto medico. Questo non significa necessariamente che ci sia un problema grave, ma è importante escludere eventuali cause sottostanti che potrebbero ritardare lo sviluppo motorio.

Segnali d’allarme precedenti: attenzione ai progressi!

Anche prima dei 18 mesi, ci sono segnali che potrebbero indicare la necessità di una valutazione da parte di uno specialista. In particolare, è bene prestare attenzione se, entro i 15 mesi, il bambino non mostra significativi progressi nello sviluppo motorio. Cosa significa “significativi progressi”? Bisogna valutare se il bambino:

  • Non si tira su, appoggiandosi a mobili o pareti.
  • Non tenta di fare piccoli passi laterali, appoggiandosi ai mobili (“cruising”).
  • Non mostra interesse nell’esplorare l’ambiente circostante muovendosi.
  • Sembra avere difficoltà o esita a muovere gli arti inferiori.

Difficoltà motorie generalizzate: un altro fattore da considerare.

Un ulteriore motivo di preoccupazione è rappresentato da difficoltà nel muovere gli arti, sia inferiori che superiori, anche se il bambino mostra segni di voler camminare. Potrebbe trattarsi di una debolezza muscolare, di un problema neurologico o di un disturbo dello sviluppo che richiede un’attenzione specifica.

L’importanza di un parere specialistico.

Consultare un medico, preferibilmente un pediatra esperto in sviluppo motorio infantile o un neuropsichiatra infantile, è fondamentale per ottenere una valutazione accurata. Lo specialista potrà escludere eventuali cause mediche, come problemi ortopedici, neurologici o muscolari, e fornire consigli mirati per stimolare lo sviluppo del bambino.

Un intervento precoce può fare la differenza. In molti casi, il ritardo nella deambulazione è dovuto semplicemente a una predisposizione individuale o a una mancanza di stimoli. Tuttavia, un parere specialistico aiuta a identificare precocemente eventuali problemi e a impostare un percorso di supporto adeguato, garantendo al bambino le migliori opportunità per raggiungere il suo pieno potenziale.

In sintesi, l’attesa è comprensibile, ma la prudenza è d’obbligo. Non esitate a consultare un medico se avete dubbi o preoccupazioni sullo sviluppo motorio del vostro bambino. La tempestività è la chiave per affrontare al meglio qualsiasi eventuale problematica.