Quando preoccuparsi se il neonato mangia poco?

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In caso di persistente inappetenza del neonato, è consigliabile consultare il pediatra, soprattutto se il bambino mostra unalterata relazione con il cibo.

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Il neonato mangia poco: quando preoccuparsi e cosa osservare

La quantità di latte assunta da un neonato può variare considerevolmente da un giorno all’altro, e anche da una poppata all’altra. Questa fluttuazione è normale e, nella maggior parte dei casi, non deve destare preoccupazione. I neonati, infatti, sono dotati di una straordinaria capacità di autoregolarsi: mangiano quando hanno fame e si fermano quando sono sazi. Ma come distinguere tra le normali variazioni e un’inappetenza che richiede attenzione?

Un calo temporaneo dell’appetito può essere legato a diversi fattori fisiologici, come un piccolo malessere, un salto di crescita o un’eruzione dentale. Anche fattori ambientali, come il caldo eccessivo o un cambio di routine, possono influenzare l’alimentazione del neonato. In questi casi, l’inappetenza è generalmente transitoria e si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni.

Quando, invece, è il caso di preoccuparsi? Un campanello d’allarme importante è la persistenza dell’inappetenza. Se il neonato mangia poco per diversi giorni consecutivi, è fondamentale rivolgersi al pediatra. Questo è particolarmente vero se, nonostante la ridotta assunzione di latte, il bambino mantiene un’inalterata relazione con il cibo. Cosa significa? Significa che, pur mangiando meno, il bambino continua a mostrare interesse per il cibo, cerca la poppata o il biberon, si attacca con vigore e non manifesta segni di disagio durante l’alimentazione.

Questo aspetto è cruciale. Un neonato che sta male, che ha un problema di salute che influenza l’alimentazione, in genere modifica il suo rapporto con il cibo. Potrebbe rifiutare il seno o il biberon, piangere durante la poppata, apparire svogliato e disinteressato al momento del pasto. Se, al contrario, il bambino dimostra interesse per il cibo ma ne assume una quantità ridotta in modo persistente, è importante indagare la causa con l’aiuto del pediatra.

Oltre alla persistenza dell’inappetenza e all’inalterato rapporto con il cibo, altri segnali che meritano attenzione sono: scarsa crescita ponderale, ridotta produzione di urina (meno di sei pannolini bagnati al giorno), eccessiva sonnolenza e letargia.

In conclusione, osservare attentamente il comportamento del neonato è fondamentale. Non focalizzarsi solo sulla quantità di latte assunta, ma anche sulla sua relazione con il cibo. In caso di dubbi o preoccupazioni, il pediatra è il punto di riferimento per una valutazione accurata e personalizzata della situazione. Evitare il fai-da-te e affidarsi al parere di un esperto è sempre la scelta migliore per la salute del neonato.