Quante volte è normale svegliarsi di notte?

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Negli adulti sopra i 65 anni, è comune svegliarsi fino a 3-4 volte a notte. Anche stress e ansia possono contribuire ai risvegli notturni.

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La notte spezzata: quanti risvegli sono normali? Un viaggio nel sonno degli adulti.

Il sonno, quel balsamo ristoratore che ci rigenera corpo e mente, non è sempre un mare calmo. Quanti di noi, infatti, si svegliano durante la notte? È un evento eccezionale o, al contrario, una parte integrante del nostro riposo? La risposta, come spesso accade, è più sfumata di un semplice sì o no e dipende da una serie di fattori individuali e legati all’età.

Mentre l’idea romantica di un sonno ininterrotto persiste nell’immaginario collettivo, la realtà è spesso diversa. Il nostro ciclo sonno-veglia, infatti, è strutturato in fasi, e i micro-risvegli, brevi interruzioni del sonno non percepite consciamente, sono fisiologici e si verificano in tutte le persone. Questi momenti, di durata solitamente inferiore ai pochi minuti, ci permettono di regolare la temperatura corporea, la respirazione e altri processi vitali.

La questione si complica quando questi risvegli diventano più frequenti, prolungati e soprattutto, percepiti dal soggetto. In questo caso, parlare di “normalità” diventa più difficile. Per gli adulti sotto i 65 anni, un risveglio sporadico durante la notte, seguito da un rapido ritorno al sonno, rientra generalmente nella norma. Questo può essere legato a fattori contingenti come la sete, la necessità di urinare o semplicemente un disagio fisico di lieve entità.

L’età, però, gioca un ruolo cruciale. Negli adulti sopra i 65 anni, come giustamente sottolineato, la frequenza dei risvegli notturni tende ad aumentare. Svegliarsi 3-4 volte a notte non è necessariamente un campanello d’allarme, ma riflette spesso i cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento, come l’alterazione della struttura del sonno e una maggiore frequenza di risvegli legati all’invecchiamento della vescica.

Oltre all’età, numerosi altri fattori possono contribuire a un sonno frammentato. Lo stress e l’ansia, in particolare, possono amplificare la percezione dei micro-risvegli, trasformandoli in vere e proprie interruzioni del riposo. Anche fattori ambientali come il rumore, la temperatura della camera da letto e l’esposizione alla luce possono influenzare la qualità del sonno. Problemi di salute, come l’apnea ostruttiva del sonno, malattie cardiache o dolori cronici, possono ulteriormente aggravare la situazione.

In definitiva, non esiste un numero preciso di risvegli notturni che definisca la “normalità”. Se, però, i risvegli sono frequenti, prolungati e associati a una sensazione di stanchezza persistente durante il giorno, è fondamentale rivolgersi a un medico o a uno specialista del sonno. Un’analisi approfondita potrà individuare le cause sottostanti e suggerire le strategie più appropriate per migliorare la qualità del riposo e, di conseguenza, la qualità della vita. Ricordiamoci che un sonno sano è un pilastro fondamentale del benessere psicofisico.