Quale viola non mettere ai matrimoni?

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Anticamente, il viola, colore quaresimale, era associato al divieto di spettacoli teatrali. Questa superstizione, tramandata fino ai giorni nostri, lo rende un colore a volte evitato nei matrimoni, per timore di sfortuna.

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Il viola a nozze: una superstizione che resiste al tempo

Il viola, tonalità affascinante e ricca di sfumature, evoca immagini di regalità, mistero e spiritualità. Eppure, nonostante il suo fascino, aleggia ancora una sottile reticenza ad utilizzarlo nelle cerimonie nuziali. Da dove nasce questa esitazione? La risposta si cela in una tradizione antica, legata al periodo quaresimale.

Durante la Quaresima, tempo di riflessione e penitenza, venivano sospesi gli spettacoli teatrali, considerati frivoli e inadatti al clima di raccoglimento. Il viola, colore liturgico di questo periodo, divenne così simbolo di astinenza e di interruzione delle attività ludiche. Questa associazione simbolica, tramandata attraverso i secoli, ha generato la superstizione secondo cui il viola, portatore di un’aura di “sospensione” e “interruzione”, potrebbe portare sfortuna alle nuove unioni.

È interessante notare come questa credenza, pur radicata in un contesto storico-religioso specifico, abbia superato la dimensione puramente liturgica, influenzando la sfera sociale e, in particolare, l’immaginario legato al matrimonio. L’idea che il viola possa “interrompere” la gioia e la felicità delle nozze, seppur priva di fondamento logico, permane nell’inconscio collettivo, alimentando una sorta di timore reverenziale nei confronti di questo colore.

Oggi, naturalmente, la scelta cromatica per un matrimonio è dettata principalmente dal gusto personale e dalle tendenze del momento. Molte coppie, incuranti della superstizione, scelgono di integrare il viola nelle proprie nozze, sfruttando la sua versatilità e la sua capacità di creare atmosfere eleganti e raffinate. Dalle delicate sfumature della lavanda e del glicine, ai toni più intensi del viola melanzana e del prugna, questo colore può impreziosire allestimenti, bouquet e dettagli d’abbigliamento, donando un tocco di originalità e sofisticatezza.

Tuttavia, la persistenza di questa antica credenza ci ricorda quanto le tradizioni, anche quelle apparentemente superate, possano continuare ad esercitare una sottile influenza sulle nostre scelte, testimoniando la forza del retaggio culturale e la complessità del rapporto tra simbologia e vita quotidiana. In definitiva, la decisione di includere o meno il viola nel proprio matrimonio rimane una questione personale, un delicato equilibrio tra gusto estetico e rispetto per le superstizioni che, nel bene o nel male, fanno parte del nostro patrimonio culturale.