Come comincia la demenza?

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La demenza senile si manifesta inizialmente con lievi deficit cognitivi, come dimenticanze, difficoltà di concentrazione e linguaggio, e problemi a svolgere attività abituali. Questi segnali premonitori possono evolvere progressivamente, compromettendo lautonomia.

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L’ombra sottile dell’esordio: riconoscere i primi segnali della demenza

La demenza, un termine ombrello che racchiude diverse patologie neurodegenerative, si insinua subdolamente nella vita di una persona, spesso mascherata da normali cali di memoria legati all’età. Distinguere tra un fisiologico invecchiamento cerebrale e l’esordio di una demenza è cruciale per un intervento tempestivo e un supporto adeguato. Ma come riconoscere i primi, sottili segnali che annunciano l’arrivo di questa malattia?

L’inizio della demenza è caratterizzato da lievi deficit cognitivi, spesso difficili da individuare e facilmente attribuibili allo stress, alla stanchezza o, appunto, all’avanzare dell’età. Questi segnali premonitori, che in gergo medico vengono definiti Mild Cognitive Impairment (MCI), non devono essere sottovalutati, poiché possono rappresentare il primo campanello d’allarme di una demenza conclamata.

Tra i sintomi più comuni troviamo le difficoltà di memoria, che non si limitano alla semplice dimenticanza di un nome o di un appuntamento. Si tratta piuttosto di una perdita di memoria episodica, ovvero la difficoltà a ricordare eventi recenti, conversazioni o informazioni appena apprese. A questo si aggiunge la difficoltà di concentrazione, che rende difficoltoso portare a termine compiti che prima risultavano semplici, come seguire una ricetta o gestire le proprie finanze.

Anche il linguaggio può subire delle alterazioni: la persona può avere difficoltà a trovare le parole giuste, ripetere le stesse frasi o comprendere il significato di parole complesse. Questi problemi di linguaggio possono manifestarsi anche nella forma scritta, con errori di ortografia e grammatica più frequenti.

Un altro segnale importante è la difficoltà a svolgere attività abituali, come vestirsi, cucinare o guidare. La persona può apparire confusa, disorientata e incapace di portare a termine compiti che prima svolgeva autonomamente. Questo può portare a un progressivo isolamento sociale e a una diminuzione dell’autostima.

È fondamentale sottolineare che la presenza di uno o più di questi sintomi non significa automaticamente una diagnosi di demenza. Potrebbero esserci altre cause, come carenze vitaminiche, disturbi del sonno o effetti collaterali di alcuni farmaci. Pertanto, è essenziale consultare un medico non appena si notano questi cambiamenti, per una valutazione accurata e una diagnosi differenziale.

Un intervento precoce, infatti, può rallentare la progressione della malattia, migliorare la qualità di vita della persona e fornire il supporto necessario sia al paziente che alla famiglia. La diagnosi tempestiva permette di accedere a trattamenti farmacologici e non farmacologici, come la terapia occupazionale e la stimolazione cognitiva, che possono aiutare a preservare le abilità cognitive il più a lungo possibile. Ignorare i primi segnali, invece, può compromettere irrimediabilmente l’autonomia e la dignità della persona.