Come sono gli occhi di chi fa uso di sostanze stupefacenti?

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Luso di droghe altera laspetto degli occhi. Possono apparire arrossati o con pupille dilatate o estremamente ristrette (miosi). Spesso si manifesta anche una maggiore o minore sensibilità alla luce.

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Lo specchio dell’anima offuscato: gli occhi e l’uso di sostanze stupefacenti

L’occhio, finestra dell’anima, riflette non solo l’umore interiore, ma anche le conseguenze di scelte dannose per la salute, tra cui l’uso di sostanze stupefacenti. Se l’espressione “occhi che parlano” possiede un fondamento di verità nel quotidiano, essa assume un significato ancora più profondo quando si tratta di individui che fanno uso di droghe. Infatti, l’aspetto degli occhi può costituire un indizio, seppur non definitivo, del consumo di sostanze. Non si tratta di un metodo diagnostico, ma un’osservazione che merita attenzione e che richiede la comprensione delle complesse interazioni tra droga e organismo.

L’alterazione più comune e facilmente riconoscibile è l’arrossamento congiuntivale. Questo effetto è particolarmente evidente con l’uso di cannabis e cocaina, dovuto all’azione vasodilatatrice di queste sostanze che incrementa il flusso sanguigno nella congiuntiva oculare. L’intensità dell’arrossamento varia a seconda della sostanza, della quantità assunta e della sensibilità individuale, ma rimane un segnale spesso inequivocabile.

Un altro segno significativo è la variazione del diametro pupillare. Alcune droghe, come la cocaina, le anfetamine e l’ecstasy, causano midriasi, ovvero una dilatazione delle pupille. Questo effetto è legato all’azione stimolante del sistema nervoso simpatico. Al contrario, altre sostanze, come gli oppioidi (eroina, morfina), provocano miosi, una costrizione pupillare marcata. Questa differenza nella risposta pupillare è fondamentale per distinguere il tipo di sostanza utilizzata, sebbene la presenza di altre condizioni mediche possa influenzare il diametro pupillare indipendentemente dall’uso di droghe.

Oltre all’arrossamento e alla variazione pupillare, un’alterazione frequente è la fotofobia, ovvero un’aumentata sensibilità alla luce. Questo sintomo può essere associato sia alla dilatazione che alla costrizione pupillare, e spesso si accompagna a lacrimazione e difficoltà nella visione nitida. L’uso prolungato di alcune sostanze può inoltre portare a danni a lungo termine alla retina e al nervo ottico, con conseguenti problemi visivi più gravi.

È importante sottolineare che la presenza di questi sintomi oculari non costituisce una diagnosi di abuso di sostanze. Molti altri fattori possono causare arrossamento, dilatazione o costrizione pupillare, come malattie oculari, reazioni allergiche o l’uso di alcuni farmaci. L’osservazione dell’aspetto degli occhi può essere un indizio, ma una diagnosi precisa richiede una valutazione completa da parte di un professionista sanitario, che includerà un’anamnesi dettagliata e altri esami clinici. Inoltre, la stigmatizzazione legata all’aspetto fisico di chi fa uso di droghe deve essere evitata, favorendo invece un approccio basato sulla comprensione e sul sostegno per chi si trova in difficoltà. La salute degli occhi, come la salute in generale, richiede attenzione, rispetto e un approccio olistico.