Cosa abbassa il calcio?

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La pancreatite e alcuni farmaci, come rifampicina, anticonvulsivanti (fenitoina, fenobarbital), bisfosfonati (alendronato, etc.), calcitonina, clorochina, corticosteroidi e plicamicina, interferiscono con lassorbimento del calcio, riducendo i suoi livelli nellorganismo.

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Il Calcio in Bilico: Cause e Conseguenze di Ipocalcemia

Il calcio è un minerale fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo, coinvolto in processi vitali come la contrazione muscolare, la trasmissione nervosa, la coagulazione del sangue e la mineralizzazione ossea. Mantenere livelli adeguati di calcio nel sangue (calcemia) è quindi essenziale per la salute. Ma cosa succede quando questi livelli si abbassano? E quali sono le cause di questa condizione, nota come ipocalcemia?

L’ipocalcemia, ovvero una concentrazione di calcio nel sangue inferiore alla norma, può manifestarsi con una varietà di sintomi, da lievi formicolii a gravi convulsioni. Le cause di questa condizione possono essere molteplici e vanno da problemi a livello di assorbimento a patologie che ne influenzano il metabolismo.

Un fattore chiave nell’insorgenza di ipocalcemia è rappresentato dall’interferenza con l’assorbimento del calcio a livello intestinale. Questo processo può essere compromesso da diverse condizioni, tra cui la pancreatite. Questa infiammazione del pancreas può compromettere la produzione di enzimi digestivi, tra cui la lipasi, essenziale per l’assorbimento dei grassi e, indirettamente, del calcio, che si lega ad essi per essere trasportato nel sangue.

Anche l’assunzione di alcuni farmaci può contribuire alla riduzione dei livelli di calcio nell’organismo. Tra questi troviamo:

  • Rifampicina: un antibiotico utilizzato per il trattamento della tubercolosi, che può interferire con il metabolismo della vitamina D, fondamentale per l’assorbimento del calcio.
  • Anticonvulsivanti: farmaci come fenitoina e fenobarbital, utilizzati per il controllo delle crisi epilettiche, possono aumentare l’escrezione di calcio a livello renale.
  • Bisfosfonati: come l’alendronato, utilizzati per il trattamento dell’osteoporosi, possono inibire il riassorbimento osseo, riducendo la quantità di calcio rilasciata nel sangue, soprattutto nelle prime fasi del trattamento.
  • Calcitonina: un ormone che regola il metabolismo del calcio, utilizzato per il trattamento dell’ipercalcemia e di alcune malattie ossee, può abbassare eccessivamente i livelli di calcio se somministrato in dosi elevate o per periodi prolungati.
  • Clorochina: un farmaco antimalarico, che può interferire con l’assorbimento del calcio a livello intestinale.
  • Corticosteroidi: come il cortisone, utilizzati per il trattamento di diverse patologie infiammatorie e autoimmuni, possono ridurre l’assorbimento intestinale del calcio e aumentarne l’escrezione renale.
  • Plicamicina: un antibiotico citotossico, utilizzato raramente per il trattamento dell’ipercalcemia grave, che può causare una rapida diminuzione dei livelli di calcio.

È importante sottolineare che l’ipocalcemia indotta da farmaci è spesso dose-dipendente e può essere gestita attraverso un attento monitoraggio dei livelli di calcio nel sangue e un’eventuale aggiustamento della terapia farmacologica. In caso di sospetta ipocalcemia, è fondamentale consultare il medico per una corretta diagnosi e un trattamento adeguato. L’automedicazione è fortemente sconsigliata e può comportare gravi rischi per la salute. Un’alimentazione ricca di calcio e vitamina D, associata ad uno stile di vita sano, può contribuire a mantenere un equilibrio ottimale di questo importante minerale.