Quali farmaci provocano sangue nelle urine?

2 visite

Lematuria, o presenza di sangue nelle urine, può essere indotta da diversi farmaci. Tra questi, anticoagulanti e antiaggreganti come laspirina, alcuni antibiotici che danneggiano i reni, e il chemioterapico ciclofosfamide, noto per causare infiammazione della vescica con sanguinamento. Anche alcuni antidolorifici possono avere questo effetto collaterale.

Commenti 0 mi piace

Sangue nelle urine: quando i farmaci sono i responsabili

La lematuria, termine medico per indicare la presenza di sangue nelle urine, è un sintomo che richiede sempre attenzione medica. Seppur spesso associata a patologie renali o urologiche, è importante considerare che anche l’assunzione di specifici farmaci può essere la causa scatenante. L’individuazione del farmaco responsabile è fondamentale per la corretta gestione del problema e la prevenzione di eventuali complicazioni.

Non tutti i farmaci presentano la lematuria come effetto collaterale comune, ma alcuni, per differenti meccanismi d’azione, possono indurla. Possiamo suddividere queste sostanze in diverse categorie, in base al loro impatto sull’apparato urinario:

Anticoagulanti e antiaggreganti: Questa categoria, rappresentata da farmaci come l’aspirina (acido acetilsalicilico) e altri inibitori della sintesi delle prostaglandine o antagonisti della vitamina K, agisce riducendo la coagulazione del sangue. Questo effetto, benefico in caso di trombosi, può però aumentare il rischio di sanguinamento a livello delle vie urinarie, portando alla comparsa di ematuria, spesso di lieve entità e macroscopica (visibile ad occhio nudo). La quantità di sangue presente nelle urine può variare in base alla dose assunta e alla sensibilità individuale.

Antibiotici nefrotossici: Alcuni antibiotici, soprattutto se somministrati a dosi elevate o per periodi prolungati, possono risultare tossici per i reni, causando danni ai glomeruli o ai tubuli renali. Questa nefrotossicità può manifestarsi, tra gli altri sintomi, con la presenza di sangue nelle urine. È importante sottolineare che la lematuria indotta da antibiotici è spesso associata ad altri segni di disfunzione renale, come alterazioni dei parametri ematochimici (creatinina, urea). La scelta degli antibiotici e il monitoraggio della funzionalità renale sono cruciali per minimizzare questo rischio.

Chemioterapici: Alcuni chemioterapici, come la ciclofosfamide, sono noti per la loro capacità di indurre cistite emorragica. Questo farmaco, utilizzato nel trattamento di diversi tumori, può causare infiammazione e ulcerazione della vescica, con conseguente sanguinamento. L’ematuria in questo caso può essere significativa e accompagnata da altri sintomi quali bruciore e dolore durante la minzione.

Antidolorifici: Certi analgesici, in particolare quelli ad azione antinfiammatoria non steroidea (FANS), possono provocare irritazione delle vie urinarie e, in alcuni casi, portare alla lematuria. Questo effetto è generalmente di lieve entità e si risolve con l’interruzione del trattamento.

È fondamentale precisare che la presenza di sangue nelle urine, indipendentemente dalla causa, richiede una valutazione medica approfondita. L’autodiagnosi e l’automedicazione sono fortemente sconsigliate. Il medico, attraverso un’anamnesi accurata, esami clinici e di laboratorio (esame delle urine completo, emocromo, funzionalità renale), potrà individuare la causa dell’ematuria e definire la terapia più appropriata. Se si sospetta un’ematuria farmaco-indotta, è importante informare il medico di tutti i farmaci assunti per permettere una diagnosi corretta e una gestione efficace del problema.