Quando la pressione minima supera i 90?
Una pressione minima superiore a 90 mmHg, invece del range normale di 60-80 mmHg, rappresenta un fattore di rischio significativo per le arterie. Tale condizione richiede attenzione medica per valutare possibili complicazioni.
Pressione minima alta: quando il 90 non è un buon voto
La pressione sanguigna, misurata in millimetri di mercurio (mmHg), è un indicatore fondamentale della salute cardiovascolare. Spesso l’attenzione si concentra sulla pressione massima, ma anche la minima, o diastolica, gioca un ruolo cruciale. Mentre i valori considerati normali per la pressione minima oscillano tra 60 e 80 mmHg, un valore persistentemente superiore a 90 mmHg rappresenta un campanello d’allarme che non va ignorato.
Superare la soglia dei 90 mmHg di pressione minima significa che le arterie sono sottoposte ad una pressione costante elevata, anche tra un battito cardiaco e l’altro. Questa condizione, definita ipertensione diastolica isolata, impone uno sforzo eccessivo al cuore e alle pareti arteriose, aumentando il rischio di diverse complicanze.
Immaginate le arterie come tubi flessibili: una pressione minima costantemente alta è come se questi tubi fossero sempre gonfi, sottoposti a una tensione continua. Questo stress costante può portare a:
- Danni alle arterie: l’ipertensione diastolica può danneggiare la struttura delle arterie, rendendole più rigide e meno elastiche, favorendo l’accumulo di placca aterosclerotica.
- Aumento del rischio di malattie cardiache: un cuore costantemente sotto sforzo è più vulnerabile a sviluppare insufficienza cardiaca, angina pectoris e infarto.
- Ictus: l’elevata pressione nelle arterie cerebrali aumenta il rischio di ictus, sia ischemico che emorragico.
- Problemi renali: i reni sono organi particolarmente sensibili alle variazioni di pressione sanguigna; l’ipertensione diastolica può danneggiare i vasi sanguigni renali, compromettendone la funzionalità.
- Problemi alla vista: la pressione elevata può danneggiare i delicati vasi sanguigni della retina, causando problemi alla vista e, nei casi più gravi, cecità.
È importante sottolineare che una singola misurazione superiore a 90 mmHg non è necessariamente indice di ipertensione. La diagnosi richiede un monitoraggio costante della pressione arteriosa, possibilmente attraverso un Holter pressorio, che permette di registrare i valori nell’arco delle 24 ore.
Se la pressione minima si attesta frequentemente sopra i 90 mmHg, è fondamentale rivolgersi al proprio medico. Sarà lui a valutare la situazione clinica individuale, individuare le possibili cause dell’ipertensione e prescrivere la terapia più adeguata, che può includere modifiche dello stile di vita (alimentazione sana, attività fisica regolare, riduzione del consumo di sale) e, se necessario, farmaci specifici.
Non sottovalutare l’importanza della pressione minima. Prendersi cura della propria salute cardiovascolare significa monitorare entrambi i valori pressori e intervenire tempestivamente in caso di anomalie, per prevenire complicanze potenzialmente gravi.
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